POLICORO - Fin dalla campagna elettorale 2012 per le comunali di Policoro la
compagine di centro destra guidata da Rocco Leone ha tentato una sfacciata
operazione di propaganda con lo scopo di negare qualsivoglia suo coinvolgimento
nel processo che portò la Tra.De.Co. alla gestione della raccolta rifiuti nella
nostra città. Veniva messo in atto cosi un gioco di prestigio grazie al quale
magicamente avrebbero dovuto scomparire dalle responsabilità politiche i
consiglieri eletti nel 2008 insieme al Sindaco Lopatriello ovvero i vari Leone
(vice sindaco), Ferrara, Colucci, Bianco, Porsia, Lauria e che dovevano essere
quantomeno distratti quando cominciarono ad apparire le prime bozze di quel
capitolato speciale d’appalto che ha messo in ginocchio l’immagine della città.
Eppure bastava una lettura sommaria di quello striminzito capitolato (solo 21
pagine) per far capire anche a un non addetto ai lavori che la città sarebbe
andata dritta verso il disastro. Si va dalla mancanza di cose elementari come
gli orari di esposizione e raccolta dei rifiuti a delibere di giunta che
aumentano la durata dell’appalto per consentire un “migliore ammortamento” di
mezzi che si scoprono due anni dopo essere niente affatto nuovi. Per passare
poi ad intere zone non previste nello spazzamento e che riempiono di
indignazione cittadini e turisti; o alla mancata nomina per due anni del Direttore
di Esecuzione del Contratto (la figura preposta a farlo rispettare). Abbiamo
realizzato una vera e propria inchiesta che mettiamo a disposizione di tutti i
policoresi sul nostro sito all’indirizzo http://www.policoropd.blogspot.it/ e grazie alla quale ci si potrà fare
un’idea molto precisa sulle responsabilità del centro-destra nella questione
rifiuti. Non è in discussione qui l’onestà del sindaco Leone, su cui
sinceramente non si nutrono dubbi e neanche su quella dei consiglieri o
assessori che condivisero con lui allora l’ amministrazione Lopatriello e che adesso
condividono quella da lui presieduta. Bisogna affermare però con altrettanta
fermezza che i peccati di omesso controllo e vigilanza sono politicamente quasi
gravi quanto la corruzione. Le domande cruciali da farsi sono due. C’erano
segnali che avrebbero potuto far presagire un servizio di raccolta rifiuti
inefficiente o inadeguato? I fatti elencati sopra affermano di si. C’era modo
di fermare l’iter del bando per poi correggerlo? Ancora una volta la risposta è
si. E’ infatti presente a pagina 10 una clausola nel bando di gara ( ve ne sono
di questo tipo in ogni bando) che avrebbe potuto fermare il treno in corsa
nell’interesse della cittadinanza. La riportiamo senza ulteriori commenti: “L’amministrazione
si riserva il diritto di non far luogo all’aggiudicazione se dovesse ravvisare,
a suo giudizio insindacabile, pregiudizio agli interessi del Comune”. Una lunga
teoria di delibere e determine “pilotate” all’impronta dell’inettitudine
elevata a filosofia di governo, non riuscendo a riconoscere neanche i più
semplici segnali della futura inefficienza del servizio. Quello che si chiede
qui una volta fatta chiarezza sulle responsabilità nella questione rifiuti è un
deciso cambio di marcia verso quei principi di trasparenza e democrazia
partecipata reclamati con forza dalla cittadinanza e senza il quale ogni
“collaborazione” risulterebbe impossibile. E questo potrà realizzarsi rendendo
pubblico ed emendabile il prossimo progetto di servizio ben prima che esso vada
a gara d’appalto, in modo che non appaia un’altra volta già “confezionato” in
modo irreparabile. Lo si deve non al Partito Democratico, non alle opposizioni,
lo si deve a Policoro.
Partito Democratico
Nessun commento:
Posta un commento