POLICORO – Il sentimento più bello per un essere umano, l’amore, visto da diverse angolature è stato al centro di un appuntamento culturale, nel giorno di San Valentino, presso il museo della “Siritide” del centro jonico organizzato dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici della Basilicata dal tema: “Lo sguardo di Eros. L’amore un sentimento senza tempo”. Unico relatore il Prof. Gabriel Zuchtriegel dell’università di Tubingen di Germania, il quale ha spiegato agli astanti come l’amore era concepito in epoca antica: “Eros come tutti sanno nella mitologia greca è il Dio dell’amore, colui che con le sue frecce faceva innamorare l’uomo e la donna. Però nello stesso tempo l’arco e la freccia sono anche il simbolo pungente e doloroso che spesso si nasconde dietro l’amore: quando esso finisce, quando si gioca con i sentimenti ferendoli. Non a caso il padre di Eros nella mitologia è Marte, il Dio della guerra. Sicuramente anche nell’antica Grecia, parliamo in questo caso del quinto secolo a.C., l’amore era visto come lo vediamo noi oggi e come è stato in tutte le epoche: un desiderio intenso che nasce però da un sentimento dolce. In qualche circostanza la donna, e dunque l’amore, è stata utilizzata come mezzo per provocare una guerra, il caso più emblematico è la guerra di Troia, o per raggiungere altri fini sicuramente meno nobili del significato etimologico racchiuso in esso come una sorta di merce di scambio”. L’amore è anche stato anche analizzato in chiave autoreferenziale con il simbolo dello specchio, utilizzato soprattutto dalle donne per piacere agli uomini, e da questi ultimi per piacersi: un esempio su tutti Narciso. Infine il giovane docente, che sta svolgendo in loco alcune ricerche avendo vinto una borsa di studio, ha concluso il suo intervento parlando della giornata odierna di derivazione romana: “Nell’antica Grecia non esisteva la giornata dell’amore, ma essa nasce in epoca romana e consisteva, come oggi per giunta, nel donare fiori e regali a Giunone protettrice dello Stato romano, del matrimonio e del parto e la regina degli Dei. Poi questa ricorrenza ci è stata tramandata sino ai giorni nostri in una visione però più pagana”. L’evento è stato intervallato dalle poesie di Rosa Cammisa e dalla musica del duo Gaetano Stigliano e Mario Lentini. Un saluto è stato portato poi da Giuseppe Battafarano, neo responsabile del museo di Policoro. L’otto marzo si replica con un secondo momento culturale nella giornata della donna.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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