POLICORO - Malati gravi e bisognosi di assistenza quotidiana per la riabilitazione, abbandonati a se stessi dalla sera alla mattina, senza nessuna forma di spiegazione o preavviso. Sono almeno sette le famiglie che nei giorni scorsi hanno denunciato al Tribunale dei diritti del malato, la grave privazione di un sacrosanto diritto, su decisione dalla commissione medica dell'Azienda, sanitaria materana. Spesso i casi narrano dì persone colpite da ictus, per le quali la Riabilitazione quotidiana, rappresenta l'ultimo collegamento con la vita ed il mondo degli affetti. Chi perde questo autentico diritto alla salute, non sempre ha alle spalle una famiglia, economicamente solida, che può sopperire con mezzi propri alle cure costosissime di un fisioterapista privato. Allora gli ammalati, spesso terminali, finiscono i loro giorni tra immense sofferenze, anche di chi li assiste. Una condizione, questa., è bene ricordarlo, in cui da un giorno all'altro potrebbe trovarsi chiunque, perchè spesso l'ictus non avverte prima di arrivare e le conseguenze sono imprevedibili. Nei giorni scorsi, il Quotidiano ha ricevutola lettera dolorosa della signora Angela Colangelo Bentivenga che da circa 4 anni assiste il marito colpito da una grave forma di ictus. Dopo sofferenze e viaggi della speranza tra gli ospedali, oggi il paziente è tornato a casa: “La debole voce di chi non ha voce”, è questo l'oggetto della toccante lettera, inviata dalla signora Col angelo Bentivenga al direttore generale dell’ Asm Giampiero Maruggi, all'assessore regionale, Attilio Martorano, ed al Tdm della Basilicata. «Quasi sempre, nella nostra Asm, sì prendono provvedimenti in cattedra, senza tenere in nessuna considerazione le problematiche che affliggono le famiglie colpite da, patologie gravi e, purtroppo, irreversibili in molti casi, se non supportate da interventi adeguati, -esordisce la, cittadina di Polìcoro-i protocolli della letteratura insegnano che la, medicina non può prescindere dalla psicologia, dalia sensibilità e dalla competenza per capire come funziona la mente di una persona colpita da ictus, col cervello oscurato per tre quarti e un'afasia che non gli consente di esprimere alcun
concetto o parola, pur avendo conservato il cognitivo. Quello che rattrista di più, è che questi provvedimenti sono presi da medici, proprio quelli che dovrebbero distinguersi per professionalità e che quindi dovrebbero affiancare, supportare e comprendere. Qualche cattedratico si permette di dire: "Ormai è stabilizzato, non e'è altro da fare ". Non è così -obietta- a questa patologia sì sopravvive e anche con dignità se si fa una adeguata terapia, tutti i giorni e con persone di riferimento serie, impegnate, disponibili e professionalmente preparate. Diversamente questi soggetti sarebbero destinati a diventare dei vegetali, poiché il tarlo della depressione si aggira intorno a loro come un folletto instancabile. Questi soggetti, così fragili e indifesi, sono delle persone, non dimenticatelo, e pur non avendo voce hanno dei diritti; uno fra tanti è quello di scegliersi il centro terapeutico di fiducia, che rappresenta per loro il filo conduttore con il sociale. I punti di riferimento stabili per loro sono vitali e indispensabili per l'acquisizione di un minimo di autonomia. E non è assolutamente vero che creano dipendenza,, come qualche illustre sconosciuto vuol far intendere. Se così fosse, nei presidi altamente qualificati avrebbero adottatola famosa turnazione, invece a dispetto della, dipendenza, per favorire un rapporto di fiducia di continuità, e non di destabilizzazione per ogni paziente e il medico, il logopedista e il fisioterapista di riferimento che con encomiabile prefessionalità aiutano i pazienti nel tentativo di reimpossesarsi dei saperi minimi. D'altronde, la pedagogia insegna che in qualunque contesto se non è alla base un rapporto di fiducia, non vi è apprendimento. Mi scandalizza, e tanto, l'arroganza dei Dirigenti dell'Uvbr dell'Asm per essersi indebitamente arrogato il diritto di sospendere il servizio davvero efficiente (Centro di terapia riabilitativa). E' una gravissima violazione, che offende ancora una volta gli indifesi, -spiega senza mezzi termini la signora Colangelo Bentivenga- Quando un servizio, per oscuri motivi, non può essere erogato, la correttezza deontologica vuole che l'utente (a maggior ragione se si tratta di ammalato) sia informato in tempo. Mi riferisco alle 20ore riabilitative continuative previste dopo l'infiltrazione botulinica, regolarmente richieste dal dottore preposto e mai erogate, Se fate delle ricerche, scoprirete che afasia è una condizione totalmente invalidante in qualsiasi situazione di comunicazione sociale, ivi comprese le vi si te cosiddette specialistiche organizzate dalle unità di valutazione dei bisogni riabilitativi. Mi chiedo, con questi presupposti, perchè la gente già tanto provata debba subire queste angherie ? Forse è un dettaglio che sfugge alla Commissione che quasi gode a sfoggiare la sua sapienza di fronte a pazienti in carrozzella e con la testa penzoloni. Purtroppo, questi pazienti, molto pazienti, compresi i bambini, affrontando molti disagi, si presentano per non perdere il diritto. Che tristezza constatare queste inefficienze - conclude amara la cittadina- mi sì accappona la pelle; tutto il corpo si ribella, invoca giustizia e chiede che ì diritti del malato vengano rispettati. Badate, non chiedo elemosina, sto solo denunciando 1 ' incongruenza di una situazione e la sofferenza che accomuna tanta gente, nella fragilità di questo tipo di patologia». Al Tdm finora sono noti solo 7 casi, tutti della fascia jonica, ma probabilmente le famiglie costrette ad affrontare questo dramma sono molte di più.
Fonte Il Quotidiano della Basilicata
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