POLICORO – La prematura caduta dell’Amministrazione comunale deve far riflettere tutte le forze politiche che si apprestano ad affrontare la campagna elettorale. La città jonica vota dal 2006 con sistema elettorale a doppio turno perché supera i 15 mila abitanti: se non si vince al primo turno si va al ballottaggio. Sia il centro sinistra con Serafino Di Sanza nel 2006 che il centro-destra con Nicola Lopatriello nel 2008 nelle due esperienze con il nuovo sistema elettorale hanno vinto al primo turno. Entrambi però sono accomunati dalla “sfortuna” di non aver potuto concludere la legislatura per frizioni interne le rispettive maggioranze che ne hanno minato la solidità. Il motivo principale è dovuto dalla eccessiva proliferazione di liste e l’eterogeneità dei candidati. Il primo aveva 5 liste, il secondo 6. Nel 2006 i candidati alla carica di consigliere furono circa 220, due anni dopo circa 190 su un totale di 11 mila elettori più o meno: una vera guerra fratricida in molte famiglie di Policoro. Ora che la campagna elettorale è alle porte, se si fa tesoro di queste due esperienze si dovrebbe puntare sulla “qualità”: poche liste ma buone. Se dovesse prevalere invece il criterio delle legislature passate le ammucchiate porteranno logicamente qualcuno a vincere ma poi dal giorno dopo le elezioni incomincerebbero le crisi e i veti incrociati. Pertanto ci facciamo portatori di questo messaggio alle forze politiche: per il bene della comunità semplificate il quadro politico. L’esperienza di Policoro non è la sola. Nella vicina Pisticci, dove si vota con lo stesso sistema elettorale, le crisi amministrative non si contano negli anni perché anche lì è prevalsa la bramosia di vincere a tutti i costi senza pensare alle ripercussioni che comporta l’interruzione di una legislatura sulla programmazione e continuità amministrativa. Oltretutto in una delle ultime manovre governative sono state tagliate le poltrone dei consiglieri e assessori. Infatti a Policoro il prossimo Consiglio comunale sarà composto da 16 consiglieri più il sindaco e non più 20 con l’aggiunta del primo cittadino. E una sforbiciata è stata data anche alla Giunta: cinque assessori e non più sette. Questo significa, a maggior ragione, che la semplificazione e la qualità della classe dirigente dovrebbe prevalere su altre logiche. In caso contrario con tante liste come si comporrà l’Esecutivo? Si sa che la politica è fatta di poltrone, anche se non sempre comode –vedi quella dei consiglieri che non percepiscono nulla per il delicato ruolo che svolgono di indirizzo politico-, e dunque a giochi fatti tutti vorrebbero avere la loro visibilità. Ma come si fa a dare a tutti una postazione se non ci sono i posti? Ricordiamo che i consiglieri eletti se entrano in Giunta si devono dimettere perché c’è l’incompatibilità tra assessore e consigliere, lasciando il posto al primo dei non eletti nella lista a scorrimento. Pertanto basta che un paio di consiglieri si smarchino della maggioranza per mettere la città in ginocchio.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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