POLICORO – Il 2 febbraio scorso è
iniziato il “nuovo” servizio di raccolta differenziata nel centro jonico, da
parte della Tradeco, azienda aggiudicataria degli ultimi due appalti, che
sembrava dovesse sotterrare una volta per tutte le polemiche pregresse sull’efficienza
ed efficacia della raccolta e smaltimento. E invece, purtroppo, non è così. Nella
serata di sabato 7 febbraio nella sala parrocchiale della chiesa Maria SS del Ponte
(chiesa Madre) di piazza Eraclea l’opposizione in Consiglio comunale, Gianni Di
Pierri (Policoro Futura), e quella extra consiliare, Ottavio Frammartino,
insieme ad un gruppo di associazioni tra cui Karakteria, hanno indetto una
conferenza stampa per mettere sotto la lente di ingrandimento il nuovo
contratto di appalto, che secondo gli intervenuti dovrebbe essere soggetto a
scioglimento per una serie di inadempienze da parte della Tradeco di Altamura.
Così Di Pierri e Frammartino hanno affermato che i policoresi pagano la tariffa
per la differenziata da un anno, tutto il 2014, a fronte di un servizio
iniziato solo qualche giorno fa. E hanno quantificato in 1 milione di euro
l’esborso complessivo che i contribuenti hanno pagato senza ricevere in cambio un
servizio di qualità. Altra inadempienza, sempre secondo gli stessi: la mancanza
del certificato antimafia da parte della Tradeco previsto nel contratto ma mai
allegato, sempre a loro parere, alla documentazione post gara con l’incognita
polizza fideiussoria proveniente dal Liechtenstein. La stessa società avrebbe soltanto due mezzi nuovi, di cui uno non
funzionante, per la gestione del servizio, a fronte di un totale rinnovo del
parco automezzi per espletarlo in maniera conforme alla legge. Altra criticità
evidenziata la violazione della privacy delle famiglie alle quali sarebbe stato
imposto dagli operatori ecologici, e dunque dalla ditta, di scrivere il nome
sui bidoni dei rifiuti di giornata che vengono raccolti. In questo caso,
secondo Frammartino (Policoro è Tua), si andrebbe a risalire ai consumi di cibo
e alimenti delle famiglie andando a curiosare dentro le abitazioni delle
abitudini dei policoresi; al numero verde non risponderebbe quasi mai nessuno;
i rifiuti una volta arrivati nell’isola ecologica verrebbero fatti confluire
tutti nella stessa discarica. Dalla discussione è emerso anche che non tutti
hanno ricevuto i bidoncini poiché la ditta, sempre secondo gli intervenuti, gli
avrebbe finiti. Inoltre la pulizia delle strade in alcuni quartieri non sarebbe
costante e le penalità comminate dall’Amministrazione comunale sarebbero più
convenienti alla Tradeco rispetto alla gestione del servizio a “regola di
contratto” che porta nelle casse della Tradeco 14 milioni di euro in sette
anni. Tra le proposte avanzate c’è quella di rescindere il contratto per varie
inadempienze, rivolgersi alla Corte dei Conti per illecito arricchimento e alla
magistratura ordinaria per truffa (pagamento della tariffa per un anno senza
servizio).
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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