POLICORO – Un
falchetto è stato preso a bersaglio da ignoti nei giorni scorsi all’interno
della pineta jonica con una carabina ad aria compressa. Una donna lo ha trovato
e trasportato subito al centro visite animali del Wwf di via Mascagni (località
Idrovora) gestito dalla società di Antonio Colucci e volontari. Il nome dato al
rapace era Artemis: “E’ stato freddato –racconta Colucci- alle spalle e caduto
agonizzante esattamente il 21 dicembre. Un bambino ha avvertito la madre che ha
avuto la sensibilità di portarlo da noi, al Cras. Era un esemplare di Poiana
con piombino incastrato tra le vertebre lombari con midollo reciso che gli
aveva procurato la paresi agli arti. Il proiettile era quasi perpendicolare
alla colonna vertebrale e leggermente inclinato verso la testa: dunque il volatile era fermo, in alto, probabilmente su
un filo della luce, quando qualcuno gli ha sparato. E’ evidente che non si sia
trattato di un incidente, ma di un colpo mirato ad un preciso bersaglio. La
sera del 24 dicembre il veterinario Erika Ottone ha tentato in tutti i modi di
salvare la vita al volatile trasportandolo nella clinica Artemis di Matera, ma
ogni tentativo è stato vano”. Chi gli ha sparato all’interno della Riserva
naturalistica e con l’aggravante di essere una specie protetta? “Un reato –continua Colucci- maggiormente riprovevole
perché avvenuto in un luogo emblema della salvaguardia degli animali come
prescrive la legge. C’è qualcuno che si diverte a vestire i panni del killer
degli uccelli!. Bisogna poi considerare che armi pericolose, quali la carabina
ad aria compressa, sono facilmente acquistabili sul mercato nazionale, anche
senza essere in possesso del porto d’armi. Non si può quindi risalire al
colpevole e, di conseguenza, evitare che
delinqui di nuovo. Un’ulteriore
domanda sorge spontanea: fino a che punto lo Stato tutela gli animali
selvatici? La legge è un seme che porta frutti soltanto se piantato nel terreno
fertile della coscienza civile; contrariamente è destinato a restare
imprigionato tra le aride pagine della legislatura. Fin quando il genere umano
sarà carente di senso civico e rispetto per l’ambiente, nessuna normativa potrà
del tutto assicurare la protezione della flora e della fauna”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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