giovedì 30 gennaio 2014

Conversazioni sulla giustizia. Silvana Arbia: con le buone consuetudini giustizia di qualità

POLICORO – Il magistrato internazionale Silvana Arbia, di origini lucane, –di lei si era parlato anche di una possibile candidatura come Governatice alle ultime elezioni regionali lucane in un assembramento antagonista al centro sinistra, nella serata di sabato 25 è stata ospite dell’associazione politica Trenta, che amministra in maggioranza la città di jonica in coalizione con il centro destra. Nella biblioteca comunale in un incontro dal tema: “Conversazioni sulla giustizia” ha parlato dell’evoluzione del diritto nel mondo dovuta ad eventi che hanno segnato e segnano tuttora il cammino umano. Partendo dal Tribunale di Norimberga, che giudicò dopo il secondo conflitto mondiale i criminali nazisti, la Arbia si è soffermata poi sugli altri genocidi che hanno caratterizzato la seconda metà del secolo scorso soffermandosi su quelli del Ruanda nel 1994 per i quali l’Unione europea poteva fare molto di più, e dopo i quali nacque un Tribunale speciale internazionale (Tpi) per giudicare i responsabili di quelle barbarie. Un ruolo importante per mantenere la pace nel mondo, ha sostenuto la relatrice, è quello dell’Onu (Organizzazione delle nazioni unite), che raggruppa al proprio interno molti Stati internazionali, la quale interviene laddove ci sono disordini che possono sfociare in guerre tra nazioni. Dopo il Tpi, nella evoluzione della giustizia di pari passo a quella dei cambiamenti politici, sociali ed economici, è nata la Corte penale internazionale con competenza più generale su genocidi, crimini contro l’umanità e crimini di aggressione con giurisdizione nello Stato parte. Infine si arriva al 1998 con lo statuto di Roma mediante il quale gli Stati hanno ceduto parte della propria sovranità statale penale alla stessa Corte per garantire la pace nel mondo. La Arbia ha sottolineato anche come la giustizia dovrebbe essere l’ultimo anello per dirimere le controversie, e prima bisognerebbe usare il buon senso, l’etica dei comportamenti e l’osservanza delle leggi. La giustizia interverrebbe solo in caso di extrema ratio quando le norme vengono violate. Se le buone consuetudini, a parere della stessa, anch’esse fonti del diritto come le leggi, fossero di dominio pubblico ci sarebbe anche una giustizia di qualità che si concentrerebbe sui casi più difficili così da rendere la società più civile. L’introduzione alla relazione è stata fatta del sindaco Rocco Leone (Pdl) e dall’ assessore allo Spettacolo Massimiliano Padula (Trenta).

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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