POLICORO – Il magistrato
internazionale Silvana Arbia, di origini lucane, –di lei si era parlato anche
di una possibile candidatura come Governatice alle ultime elezioni regionali
lucane in un assembramento antagonista al centro sinistra, nella serata di
sabato 25 è stata ospite dell’associazione politica Trenta, che amministra in
maggioranza la città di jonica in coalizione con il centro destra. Nella
biblioteca comunale in un incontro dal tema: “Conversazioni sulla giustizia” ha
parlato dell’evoluzione del diritto nel mondo dovuta ad eventi che hanno
segnato e segnano tuttora il cammino umano. Partendo dal Tribunale di
Norimberga, che giudicò dopo il secondo conflitto mondiale i criminali nazisti,
la Arbia si è soffermata poi sugli altri genocidi che hanno caratterizzato la
seconda metà del secolo scorso soffermandosi su quelli del Ruanda nel 1994 per
i quali l’Unione europea poteva fare molto di più, e dopo i quali nacque un
Tribunale speciale internazionale (Tpi) per giudicare i responsabili di quelle
barbarie. Un ruolo importante per mantenere la pace nel mondo, ha sostenuto la
relatrice, è quello dell’Onu (Organizzazione delle nazioni unite), che
raggruppa al proprio interno molti Stati internazionali, la quale interviene
laddove ci sono disordini che possono sfociare in guerre tra nazioni. Dopo il
Tpi, nella evoluzione della giustizia di pari passo a quella dei cambiamenti
politici, sociali ed economici, è nata la Corte penale internazionale con
competenza più generale su genocidi, crimini contro l’umanità e crimini di
aggressione con giurisdizione nello Stato parte. Infine si arriva al 1998 con
lo statuto di Roma mediante il quale gli Stati hanno ceduto parte della propria
sovranità statale penale alla stessa Corte per garantire la pace nel mondo. La
Arbia ha sottolineato anche come la giustizia dovrebbe essere l’ultimo anello
per dirimere le controversie, e prima bisognerebbe usare il buon senso, l’etica
dei comportamenti e l’osservanza delle leggi. La giustizia interverrebbe solo
in caso di extrema ratio quando le norme vengono violate. Se le buone
consuetudini, a parere della stessa, anch’esse fonti del diritto come le leggi,
fossero di dominio pubblico ci sarebbe anche una giustizia di qualità che si
concentrerebbe sui casi più difficili così da rendere la società più civile.
L’introduzione alla relazione è stata fatta del sindaco Rocco Leone (Pdl) e
dall’ assessore allo Spettacolo Massimiliano Padula (Trenta).
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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