POLICORO – L’incendio del chiosco BarHchic
sulla Duna attrezzata del lungomare centrale del centro jonico avvenuto nella
notte tra sabato e domenica è di natura dolosa. Lo si sospettava domenica e
lunedì l’ipotesi si è fatta più concreta da parte degli inquirenti. Ad indagare
sono i carabinieri della locale Compagnia poiché sono stati i primi a
raggiungere via Lido, piazza Chonia, luogo dell’incendio. Ma questo non vuol
dire che gli altri presidi di legalità stiano a guardare. Anzi. Le indagini
sono in corso a vasto raggio. Chi è stato? Perchè? Sono domande sulle quali si
stanno concentrando le forze dell’ordine interrogando e setacciando il
territorio. Le ipotesi al vaglio finora sono più di una. Quella meno credibile
è la cosiddetta bravata. Il gestore/proprietario non avrebbe mai ricevuto
minacce, avvertimenti o cose del genere di nessun tipo né in veste di
imprenditore né in quella di privato cittadino. In parole povere non avrebbe
mai fatto del male a nessuno. In passato però la sua attività è stata presa a
bersaglio da ragazzi che si divertivano a sparare petardi. Se questa fosse
l’ipotesi più logica si escluderebbe quella del dolo. La seconda pista ruota
intorno ad un nome, parte lesa sia ben chiaro: Yassine. Chi è costui? Da anni
vive in zona e natio del Marocco. Qualche tempo fa aprì una rosticceria a
Scanzano e proprio in quel locale aperto al pubblico fece visita Michele Puce,
il nuovo boss del Metapontino stando alle cronache giornalistiche degli ultimi giorni.
Dopo aver mangiato e bevuto non avrebbe pagato il conto, sempre secondo le
indagini, e da lì ne scaturì una rissa tra lo stesso gestore e il Puce. Ma ora
che fa Yassine? Ha lasciato Scanzano e vive a Policoro. Guarda caso ha aperto
un chiosco bar King of Kebab sul lungomare centrale a non più di venti metri
dal BarHchic. Che abbiano sbagliato obiettivo? Possibile. Infine c’è il
sospetto che ci potrebbe essere un filo logico, e qui parleremmo di vera e
propria criminalità organizzata, tra gli incendi nelle aziende agricole, tutte
senza un colpevole finora, e quelle legate al turismo. Infatti i malviventi
avrebbero spostato il tiro dal settore primario dell’economia regionale a
quello che ha i maggiori margini di crescita: il turismo per l’appunto. Un paio
di anni fa la macchina di un imprenditore policorese, Sigismondo Mangialardi,
nel cuore della notte scoppiò nel parcheggio antistante la sua struttura,
sempre vicino il lungomare. Non si è mai saputo se per autocombustione, il
veicolo Fiat Ulisse non era nuovo, una vendetta di un ex dipendente o la
richiesta di soldi? Ora è toccato a Davide Stigliano del BarHchic, un chiosco
aperto solo l’estate ma con una clientela abbastanza selezionata e molto
frequentato. Si sarebbe colpito lui per dare un segnale a tutte le altre
tipologie di attività presenti sul lungomare centrale. Come tesi ci potrebbe
stare, ma se così fosse la strategia dei malviventi si potrebbe trasformare in
un boomerang. Basti guardare i nomi degli altri gestori. E non solo su quella
porzione di lungomare.
Gabriele Elia
(Fonte il Quotidiano della Basilicata)
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