POLICORO
– Nella mattinata di venerdì 24 gennaio il locale circolo cittadino delle Acli
(Associazione cattolica lavoratori italiana) intitolato a Massimiliano Kolbe,
martire del nazismo, in collaborazione con l’Enaip, ente di formazione della
stessa associazione cattolica, e l’Isis “Pitagora” del centro jonico, hanno
organizzato una tavola rotonda, nell’aula magna della scuola tecnica di via
Puglia, dal tema: “Perché nessuno si perda”. Paola Vacchina, vice presidente
nazionale delle Acli, ha illustrato i dieci punti della proposta nazionale
fatta dalle Acli ai ministeri del Lavoro e Miur. Giulio Sarli, del circolo
policorese, ha poi spiegato: “Vogliamo lanciare un appello istituzionale per l’istruzione
e la formazione professionale come strumenti per combattere la dispersione
scolastica e per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro con l’offerta di percorsi a tutti i
giovani che vogliono assolvere all’obbligo di istruzione e adempiere al
diritto/dovere sino al conseguimento di almeno una qualifica professionale
entro i 18 anni, come previsto
dall’ordinamento dello Stato del sistema
educativo di istruzione e formazione entrato in vigore a partire dall’anno
scolastico 2010/2011. Purtroppo occorre
rilevare che il sistema della legge nazionale
attualmente ha dato risultati
solo in Piemonte, Lombardia, Veneto,
Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lazio, e nelle province autonome di Trento e di Bolzano. Nel territorio lucano
occorre prendere atto con rammarico del fallimento del nostro sistema educativo
(dispersione scolastica altissima, giovani fuori da ogni percorso di studio,
etc). Per questo occorrono risposte concrete. La formazione professionale ha
sviluppato un know-how e
ottenuto risultati che la candidano naturalmente ad essere il fulcro delle
politiche di contrasto alla dispersione scolastica, al bullismo e ad ogni forma
di marginalizzazione dei giovani”. Sarli ha chiesto alla Regione che la
prossima programmazione 2014/2020 dei fondi comunitari tenga conto del gap da
colmare sul fronte sia della dispersione che della qualità dell’istruzione e
formazione. Un contributo è stato portato dal dirigente dell’Isis jonico,
Angelo Castronuovo, il quale ha puntato l’indice sui numeri impietosi che: “Denunciano una vera e propria emergenza degli
abbandoni scolastici prima della conclusione del secondo ciclo d’istruzione. Il
fenomeno assume un carattere sempre più preoccupante, anche perché spesso si
tratta di abbandoni che avvengono quando si frequenta ancora la scuola
dell’obbligo. Pertanto occorrono nuove riflessioni: globalizzazione e rottura dei legami sociali
sono argomenti importanti per capire la complessità del mondo di oggi. La
scuola è attraversata da anni da continue novità cui si accompagnano sempre
maggiori difficoltà e adempirà al proprio ruolo solo se percorrerà nuove
strade, accetterà nuove sfide e non tenterà di replicare se stessa
all’infinito. Nel senso che le istituzioni scolastiche non dovranno più limitarsi
alla mera programmazione, intesa come elencazione ed organizzazione delle
attività da svolgere, ma dovranno uscire fuori da schemi precostituiti e luoghi
comuni, progettare nuovi percorsi in grado di prevedere il futuro, di intuire i
cambiamenti e di anticipare le trasformazioni per preparare i giovani ad
inserirsi al meglio in un mondo sempre più competitivo e in rapido divenire. La
politica dovrebbe monitorare continuamente il territorio, osservare i
cambiamenti sociali e proporre soluzioni compatibili con le risorse, i mezzi e
le strutture presenti sul territorio stesso. La rivoluzione tecnologica e
informatica che ha segnato gli ultimi decenni del ventesimo secolo e l’inizio
del terzo millennio ha portato nel mondo del lavoro veri e propri sconvolgimenti
caratterizzati dalla progressiva scomparsa dei vecchi “mestieri” e dalla
crescente obsolescenza delle abilità e delle competenze acquisite dai
lavoratori delle generazioni meno giovani. Pertanto dobbiamo –conclude
Castronuovo- riconcepire il lavoro e la formazione imparando a sfruttare le
potenzialità della tecnologia per creare un nuovo e più umano ordine sociale”.
Le conclusioni sono state tirare del dirigente regionale, settore scuola,
Robertella il quale ha sottolineato l’importanza della prevenzione sul tema
della dispersione scolastica, sul ruolo dei genitori nel seguire il proprio
figlio durante le ore extradidattiche e sull’intero sistema scolastico che deve
puntare sull’inclusione, competizione e valorizzazione delle intelligenze nel
senso lato: visive, cognitive e di esperienza. Scuola del sapere e del fare
insieme. Tra i vari contributi quelli di alcuni ragazzi dello stesso istituto,
di Giovanna Salluce (Ageforma), Sigismondo Mangialardi (imprenditore), Franco
Nola (Us Acli), Don Salvatore De Pizzo e quello di una docente di una scuola
tecnica di Corleto su due progetti di alternanza scuola lavoro che hanno
trovato l’apprezzamento degli studenti: uno sul monitoraggio ambientale e altro
su un’esperienza concreta di lavoro in attività produttive.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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