POLICORO- Nei giorni scorsi Rete Italia Jonica (che raggruppa imprese operanti nel turismo) ha organizzato un incontro nel centro jonico sulla manifestazione giochi in Magna Grecia e turismo accessibile al quale avrebbe partecipato anche un rappresentante della fondazione Mattei. Il portavoce dell’associazione Noscorie Trisaia, Felice Santarcangelo, commenta così il coinvolgimento della fondazione Mattei: “Nulla contro la fondazione Mattei, ma è un controsenso parlare di sostenibilità e accessibilità ambientale e portare l’esempio opposto di un turismo e/o dell’ambiente della Val D’Agri (ormai conosciuta come valle delle trivelle). Valle dove nessun imprenditore turistico investirebbe, visti i dati Istat e Apt in termini di chiusure di aziende agricole (circa il 60% negli ultimi 10 anni) e la discesa in picchiata delle presenze turistiche (circa il 25% di presenze perse negli ultimi due anni). Perdite turistiche purtroppo registrate nonostante la presenza del parco nazionale della Val d’Agri che risulta incompatibile secondo i canoni scientifici-ambientali con la presenza massiccia delle estrazioni petrolifere. La presenza della fondazione Mattei come sponsor e interventi ci risulta che non sia stata gradita anche da altri operatori turistici aderenti alla Rete Italia Jonica dell’area calabrese, che credono in turismo accessibile e sostenibile e che da anni lottano contro i progetti di trivellazione sulla terra e nel mar jonio. In molte iniziative come la catena umana di Corigliano, che ha visto la presenza di 20.000 partecipanti, gli operatori turistici calabresi erano tra gli organizzatori. Per ricordare proprio quelli di Policoro che da 4 anni partecipano alla catena umana di Noscorie Trisaia, che vide la partecipazione di migliaia di persone (8.000 nel 2014) sulla spiaggia di Policoro contro le estrazioni petrolifere in terra e mare. Progetti di trivellazione in terra e mare, lo ribadiamo per l’ennesima volta, che distruggerebbero irrimediabilmente il turismo sulla fascia jonica, sulla falsa riga di quanto sta accadendo in Val d’Agri. Di certo abbiamo tanti altri operatori turistici sula fascia jonica che la pensano come noi. Sicuramente il responsabile pro tempore della rete Jonica Italia dovrebbe forse chiarirsi con i suoi stessi iscritti. Per il momento la Rete Italia Jonica con queste iniziative non aiuta i Comuni della fascia jonica a concorrere per ottenere la Bandiera Blu, ma rischiamo che migliaia di turisti ci attribuiscano la bandiera nera color catrame per non saper tutelare e valorizzare le bellezze naturalistiche, ambientali e storiche della fascia Jonica. Cogliamo l’occasione per Invitare i Comuni della fascia jonica a non dare per il futuro patrocini e/o finanziamenti o altre partnership a iniziative miste trivelle e turismo, per non dare una immagine negativa di un settore ormai primario per la fascia jonica e sul quale molti imprenditori che credono in sostenibilità e accessibilità stanno investendo”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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