POLICORO
– Dall’ippoterapia alle gare agonistiche. Il lasso di tempo è stato talmente
breve tanto che il giovanissimo Antonino Latocca ha trovato anche il tempo per
scrivere un libro: “Pronti in sella” (il secondo dopo La nuova stagione),
accompagnato dalla passione verso il nobile animale quale appunto il cavallo.
La pubblicazione è stata presentata nella biblioteca cittadina “Massimo
Rinaldi” venerdì 27 febbraio, in cui il giovane abilmente diverso Latocca ha
spiegato come una decina di anni fa si è dovuto cimentare per forza con il
cavallo poiché gli era stata consigliata l’ippoterapia. Da qui in poi si è
aperta però una nuova e felice fase della sua vita poiché è subentrata in lui
una sorta di empatia con il cavallo. Così dall’esperienza in un progetto
sociale nel maneggio del Circolo velico lucano del centro jonico lo ha portato
a disputare delle gare sportive vere e proprie. Nel suo libro “Pronti in
sella”, di cui è in ristampa una seconda edizione, spiega come nasce il suo
amore per il cavallo: “tanto che quando si è in sella regala sensazioni uniche.
Egli percepisce tutti i nostri movimenti ad ogni nostro minimo movimento e
anche se abbiamo un po’ di paura viene percepito, perché ha una sensibilità
straordinaria e reagisce alle nostre tensioni a modo suo senza crearci nessun
problema. Dopo gli studi mi piacerebbe diventare istruzione federale”. Nel suo
libro Latocca illustra i primi passi della sua esperienza in sella al cavallo e
i trucchi per non cadere. Tra i relatori anche il sociologo della salute, Rocco
Di Santo, il quale ha affermato che il cavallo è l’antesignano dell’attuale
internet, nel senso che veniva usato in passato come mezzo di comunicazione
oltre ad essere sinonimo di potenza, citando gli eserciti, tipo quello di
Alessandro Magno, quando conquistavano nuovi territori. Inoltre ha aggiunto che
nella evoluzione della società il cavallo è ancora presente nella nostra
società non soltanto fisicamente negli ippodromi o maneggi, ma anche nel
linguaggio di tutti i giorni quando si parla di motori per esempio, o quando si
disquisisce sulla libertà il cavallo è uno dei simboli di questo prezioso
diritto dell’uomo perché consente gli spostamenti senza condizionamenti. Un
contributo alla discussione è stato portato anche da Sigismondo Mangialardi
fondatore del Circolo velico lucano.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
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