martedì 3 marzo 2015

Dall’ippoterapia alla passione per i cavalli. Antonino Latocca racconta la sua esperienza



POLICORO – Dall’ippoterapia alle gare agonistiche. Il lasso di tempo è stato talmente breve tanto che il giovanissimo Antonino Latocca ha trovato anche il tempo per scrivere un libro: “Pronti in sella” (il secondo dopo La nuova stagione), accompagnato dalla passione verso il nobile animale quale appunto il cavallo. La pubblicazione è stata presentata nella biblioteca cittadina “Massimo Rinaldi” venerdì 27 febbraio, in cui il giovane abilmente diverso Latocca ha spiegato come una decina di anni fa si è dovuto cimentare per forza con il cavallo poiché gli era stata consigliata l’ippoterapia. Da qui in poi si è aperta però una nuova e felice fase della sua vita poiché è subentrata in lui una sorta di empatia con il cavallo. Così dall’esperienza in un progetto sociale nel maneggio del Circolo velico lucano del centro jonico lo ha portato a disputare delle gare sportive vere e proprie. Nel suo libro “Pronti in sella”, di cui è in ristampa una seconda edizione, spiega come nasce il suo amore per il cavallo: “tanto che quando si è in sella regala sensazioni uniche. Egli percepisce tutti i nostri movimenti ad ogni nostro minimo movimento e anche se abbiamo un po’ di paura viene percepito, perché ha una sensibilità straordinaria e reagisce alle nostre tensioni a modo suo senza crearci nessun problema. Dopo gli studi mi piacerebbe diventare istruzione federale”. Nel suo libro Latocca illustra i primi passi della sua esperienza in sella al cavallo e i trucchi per non cadere. Tra i relatori anche il sociologo della salute, Rocco Di Santo, il quale ha affermato che il cavallo è l’antesignano dell’attuale internet, nel senso che veniva usato in passato come mezzo di comunicazione oltre ad essere sinonimo di potenza, citando gli eserciti, tipo quello di Alessandro Magno, quando conquistavano nuovi territori. Inoltre ha aggiunto che nella evoluzione della società il cavallo è ancora presente nella nostra società non soltanto fisicamente negli ippodromi o maneggi, ma anche nel linguaggio di tutti i giorni quando si parla di motori per esempio, o quando si disquisisce sulla libertà il cavallo è uno dei simboli di questo prezioso diritto dell’uomo perché consente gli spostamenti senza condizionamenti. Un contributo alla discussione è stato portato anche da Sigismondo Mangialardi fondatore del Circolo velico lucano.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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