lunedì 2 marzo 2015

Partito l’iter del Parco Acquatico jonico


POLICORO - Tempo fa Sigismondo Mangialardi, presidente della cooperativa Akiris controllante l’associazione Circole velico lucano di Policoro, lanciò l’idea del parco acquatico della Magna Grecia per preservare l’ecosistema marino da possibili deturpazioni del territorio. L’onorevole Cosimo Latronico (Fi) ha sposato tale proposta anche ad un livello istituzionale come quello dalla Camera dei deputati e afferma: “Nelle prossime settimane, dopo aver raccolto le osservazioni e le proposte dei vari enti locali e dei soggetti portatori di interessi,  presenteremo il testo di una proposta di  legge per l’istituzione del ‘Parco della Magna Grecia’ orientato alla tutela e alla conservazione dell’area della costa ionica lucana per lo sviluppo di una cultura della sostenibilità e fruibilità ambientale e turistica, in grado di indirizzare le attività in essere sul territorio con azioni innovative, finalizzate all’inserimento dei percorsi culturali e tradizionali nei processi turistici e d’impresa. L'istituzione del Parco, il cui perimetro comprende importanti aree quali il bosco di Policoro- foce del fiume Sinni, la Foce del Basento, Foce del Bradano-Lago Salinella, Foce Agri, Foce Cavone con il litorale sabbioso e la pineta,  appare giustificata dalla straordinaria ricchezza naturalistica e storica dei luoghi, dalla necessità di una gestione autorevole e, non da ultimo, dalla notorietà nel mondo dell’arco lucano. Il tratto della costa ionica in oggetto, è infatti interessato da cinque siti d’interesse comunitario, dalla Costa Ionica Foce Basento alla Costa Ionica Foce Cavone, solo per fare qualche esempio. Ma soprattutto, il tratto interessato dal Parco è posto sotto la luce dei riflettori di tutto il mondo per la sfida vinta dalla città di Matera che nel 2019 sarà detentrice, per tutto il corso dell’anno, del titolo di Capitale della cultura europea: un titolo meritatissimo che non si può non sfruttare al meglio come vetrina internazionale per tutto il territorio limitrofo. Ma essere Capitale europea della cultura vuol dire avere le spalle coperte da tutta la Nazione per sostenere un tale compito.  E’ dovere di tutti quindi lavorare insieme per offrire all'Europa e agli italiani un nuovo modello di sviluppo capace di superare la crisi contemporanea dimostrando che si tratta di una crisi di modelli prima ancora che di consumi”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

Nessun commento:

Posta un commento