POLICORO – A distanza di molti
anni da quando la città jonica ha visto espandersi urbanisticamente con la costruzione
di nuovi quartieri, soprattutto a nord di via Salerno e nella perpendicolare
con Massimo D’Azeglio, i lottizzandi stanchi di non potersi godere una casa
comprata con tanti sacrifici hanno manifestato in un’assemblea pubblica sabato
21 marzo presso l’hotel Ermes. Durante l’incontro hanno sostenuto di essere
stati letteralmente truffati dal sistema cooperativistico, e in particolare
dalla cooperativa Eden Casa e la Di Vittorio, in quanto, a loro dire, non
avrebbero ricevuto in cambio dei soldi per l’acquisto dell’abitazione le
urbanizzazioni primarie: illuminazione, strade, marciapiedi, previste invece
nella convenzione stipulata tra il Comune e le cooperative di cui sopra. In
particolare l’Eden sarebbe sparita, giuridicamente, senza lasciare traccia
della propria sede legale e senza, cosa più grave sempre a parere degli
intervenuti, non restituendo nemmeno parte dei sodi incassati dopo che i
proprietari degli immobili si sono rivolti al tribunale civile di Matera
vincendo la causa di risarcimento danni. Ma sul banco degli imputati anche le
Amministrazioni comunali degli ultimi 15 anni che non avrebbero vigilato sul
completamento delle opere oggetto della protesta e non avrebbero applicato le
condizioni previste dalle convenzioni tra pubblico e privato (cooperative). Infatti
nelle convenzioni era previsto, oltre alle urbanizzazioni primarie a carico
delle imprese lottizzate anche una serie di agevolazioni fiscali, tra cui il
pagamento di minori oneri di urbanizzazioni da parte delle cooperative al
Comune, in cambio però delle cessioni delle case ai proprietari ad edilizia
convenzionata e non a prezzi di mercato com’ è avvenuto nei fatti, sempre
secondo i cittadini presenti sabato. Infatti in cambio di una minore tassazione
i terreni edificabili dopo la costruzione delle case dovevano essere vendute a
prezzi meno concorrenziali, e invece così non è stato con gravi inadempienze
anche da parte dei notai roganti all’atto della stipula dei contratti che non
avrebbero applicato gli articoli delle convenzioni. Dunque responsabilità da
dividere tra i vari attori di questa vicenda dai contorni tutti italiani fatta
di leggerezze e connivenze alle quali, a detta dei presenti, anche gli organi
giudiziari avrebbero soprasseduto lasciando praticamente soli, con pochi
servizi e un danno economico quantificato in 20/25 mila euro, le famiglie che
hanno acquistato a prezzo di mercato anziché a prezzi “di favore” come
prevedeva la convenzione. Infine anche le casse comunali avrebbero subito un
danno con meno soldi dalle urbanizzazioni che i presenti hanno calcolato in 500
mila euro e le imprese che l’hanno fatta franca anche sul fronte delle polizze
fideiussorie assicurative (più leggere) presentate e non bancarie (più
concrete) e con maggiori vincoli. Pertanto anche sul fronte assicurativo i
cittadini sono stati beffati non potendosi più rivalere perché vuote e ora
dovrebbero rispondere delle mancate urbanizzazioni al Comune che avrebbe già
incaricato due legali contro di loro, sempre secondo le loro versione.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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