POLICORO - Dopo il caso della subsidenza
scoperta dal famoso geologo -sismologo americano Leonardo Seeber che interessa
la zona archeologica di Crotone, un team di ricercatori scopre una mega frana
sottomarina di circa 1000 Kmq al largo di Crotone. Il team di ricercatori cui
si attribuisce l’agghiacciante scoperta era composto di ricercatori dell’Ingv
(Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), del Cnr (Igag), delle
Università di Roma Tre, Messina e della Calabria. La mega frana scoperta
tramite sistema GPS si muove nello Jonio lentamente, ma per quantificarla
meglio occorrono altri studi. La ricerca è stata pubblicata sulla
prestigiosa rivista internazionale Geophysical Research Letters: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/grl.50818/abstract. Mentre nel caso della subsidenza
il sismologo Leonardo Seeber non ha escluso una diretta correlazione con
le estrazioni di gas sulla costa calabrese, i ricercatori nel caso
della mega frana sottomarina hanno paventato delle ipotesi di natura
geologica da approfondire con ulteriori studi. http://www.corriere.it/scienze/13_settembre_25/calabria-frana-ionio-sottomarina_08a74106-25f4
11e3-baac-128ffcce9856.shtml. I fenomeni geologici, affermano i ricercatori,
anche se vanno avanti per millenni in nodo inoffensivo potrebbero avere delle
accelerazioni improvvise in occasione di fenomeni sismici, a seguito dei quali
potrebbero verificarsi frane sottomarine e, di conseguenza, maremoti. Il Mar
Jonio purtroppo è soggetto a frequenti fenomeni sismici (http://www.resitalica.it/nav/terremoti_elenco.asp?p=1&o_l=0&RecordXPagina=15&forza=0&anno=2013&mese=0&giorno=0&il_distretto=17). Non ultimi quelli degli ultimi
sei mesi 2013: del 26/09/2013 di magnitudo 3,del 12/09/2013 di magnitudo 3,5
,del 30/07/2013 di magnitudo 3,4 o addirittura del 24/03/2013 di magnitudo 4,3.
Al fine di indagare se l'attuale, lento movimento ha avuto ripercussioni sugli
impianti urbani, il geologo Andrea Billi del Cnr ,uno degli autori della
ricerca , ha comunque proposto di fare indagini sulle eventuali lesioni
presenti negli edifici della zona. La grave notizia ci basta per confermare
invece quanto abbiamo tecnicamente da qualche tempo provato con le osservazioni
dei ns. geologi alle V.I.A del Ministero dell’ambiente sulle istanze di ricerca
petrolifera nel Golfo di Taranto : il mar Jonio è geologicamente giovane,
fragile ad alto rischio sismico . Il golfo di Taranto non può subire in alcun
modo l’impatto ambientale legato alla ricerca petrolifera. Vogliamo far notare
inoltre la vastità dell’area interessata alla frana sottomarina : 1000 Kmq è
l’equivalente di circa 2 istanze di ricerca presentate nel golfo di Taranto (ad
esempio la Shell ha chiesto due istanze di ricerca che toccano il largo di
Crotone per circa 600/700 Kmq cadauna, nello specifico la D73 e la D74). Perciò
il Ministero dell’Ambiente ora non ha più scuse e deve rigettare qualsiasi
richiesta di ricerca petrolifera nel Golfo di Taranto perché abbiamo la prova
provata del rischio geologico che va oltre il principio di precauzione già
applicato per il Golfo di Venezia.
No Triv. Med
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