POLICORO – Il calvario dell’imprenditore Mario Salerno
del centro jonico continua. Dieci anni non sono bastati finora per celebrare il
potenziale processo contro la sua ex consorte TDA e M.S., la prima, secondo
l’accusa, mandante e il secondo esecutore materiale, per tentato omicidio. Si
pensava che lunedì 21 ottobre fosse il giorno della “liberazione”, possibile
rinvio a giudizio, e invece anche questa volta bisognerà aspettare a novembre
per sapere la verità o presunta tale, da quello che ci ha riferito lo stesso
Salerno. Infatti l'udienza tenutasi presso il tribunale di Potenza è stata
rinviata all' 11 novembre perchè l'ex Pubblico ministero Lucio Setola, che
aveva già emesso già l’ ordine di custodia cautelare all'epoca dei fatti (poi
rigettata dal Gip perché non c’era il pericolo di reiterazione del reato), il
21 ottobre era tra la giuria e, pertanto, incompatibile. Pertanto tra una
ventina di giorni il perito delle intercettazioni ambientali sarà sicuramente
ascoltato e potrà confermare quanto i carabinieri hanno già acquisito agli atti:
M. S. era a Potenza e non a Matera come aveva dichiarato. L’alibi del padre di
M.S. non ha retto, sempre secondo Salerno, poiché quando si è accorto di aver
fatto falsa testimonianza ha avuto un malore ed in poco tempo è morto. Il
processo è scaturito in seguito ad una denuncia dello stesso Salerno, il quale
nel gennaio del 2003 a Potenza venne investito da una Golf scura poi
dileguatasi. L’imprenditore di Policoro però riuscì a salvarsi e grazie ad
alcuni pezzi dell’automobile caduti dopo la collisione e le successive
intercettazioni telefoniche gli inquirenti arrivarono a M.S., materano ma in
quegli anni trasferitosi a Policoro in quanto frequentava l’ex consorte di
Salerno TDA. Molto probabilmente alla base del tentato omicidio, se questa sarà
la tesi giudiziaria, oltre la rottura del legame sentimentale tra il Salerno e
TDA, ci sarebbe anche la gestione economica di un’attività commerciale, precisamente
la formazione professionale, nella quale entrambi lavoravano attraverso un
ente. Oggi i due ex coniugi resiedono a Policoro ed entrambi sono concorrenti
nello stesso settore a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro. Di
M.S. si sono invece perse le tracce, almeno nel centro jonico. I due indagati,
da quello che ci ha riferito Salerno, sono sempre stati in contumacia (mai
presentati) nelle udienze di questi due lustri sempre rinviate per difetti di
notifica, incompatibilità/trasferimenti da parte dei magistrati e altre cause,
previste dal codice di procedura penale, che di fatto hanno allungato i tempi
del processo che sta assumendo dimensioni bibliche.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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