giovedì 31 ottobre 2013

Ancora rinvio del processo sul tentato omicidio nei confronti di Mario Salerno

POLICORO – Il calvario dell’imprenditore Mario Salerno del centro jonico continua. Dieci anni non sono bastati finora per celebrare il potenziale processo contro la sua ex consorte TDA e M.S., la prima, secondo l’accusa, mandante e il secondo esecutore materiale, per tentato omicidio. Si pensava che lunedì 21 ottobre fosse il giorno della “liberazione”, possibile rinvio a giudizio, e invece anche questa volta bisognerà aspettare a novembre per sapere la verità o presunta tale, da quello che ci ha riferito lo stesso Salerno. Infatti l'udienza tenutasi presso il tribunale di Potenza è stata rinviata all' 11 novembre perchè l'ex Pubblico ministero Lucio Setola, che aveva già emesso già l’ ordine di custodia cautelare all'epoca dei fatti (poi rigettata dal Gip perché non c’era il pericolo di reiterazione del reato), il 21 ottobre era tra la giuria e, pertanto, incompatibile. Pertanto tra una ventina di giorni il perito delle intercettazioni ambientali sarà sicuramente ascoltato e potrà confermare quanto i carabinieri hanno già acquisito agli atti: M. S. era a Potenza e non a Matera come aveva dichiarato. L’alibi del padre di M.S. non ha retto, sempre secondo Salerno, poiché quando si è accorto di aver fatto falsa testimonianza ha avuto un malore ed in poco tempo è morto. Il processo è scaturito in seguito ad una denuncia dello stesso Salerno, il quale nel gennaio del 2003 a Potenza venne investito da una Golf scura poi dileguatasi. L’imprenditore di Policoro però riuscì a salvarsi e grazie ad alcuni pezzi dell’automobile caduti dopo la collisione e le successive intercettazioni telefoniche gli inquirenti arrivarono a M.S., materano ma in quegli anni trasferitosi a Policoro in quanto frequentava l’ex consorte di Salerno TDA. Molto probabilmente alla base del tentato omicidio, se questa sarà la tesi giudiziaria, oltre la rottura del legame sentimentale tra il Salerno e TDA, ci sarebbe anche la gestione economica di un’attività commerciale, precisamente la formazione professionale, nella quale entrambi lavoravano attraverso un ente. Oggi i due ex coniugi resiedono a Policoro ed entrambi sono concorrenti nello stesso settore a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro. Di M.S. si sono invece perse le tracce, almeno nel centro jonico. I due indagati, da quello che ci ha riferito Salerno, sono sempre stati in contumacia (mai presentati) nelle udienze di questi due lustri sempre rinviate per difetti di notifica, incompatibilità/trasferimenti da parte dei magistrati e altre cause, previste dal codice di procedura penale, che di fatto hanno allungato i tempi del processo che sta assumendo dimensioni bibliche.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)



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