POLICORO
– Nel rione “Giovanni XXIII”, parallela di via Giustino Fortunato all’altezza
di piazza Eraclea, c’è uno stabile che sembra un residuo di una guerra civile.
I condòmini lunedì 2 settembre sono scesi nell’androne per una formale protesta
contro l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di Matera
proprietario dell’immobile all’interno del quale ci abitano numerose famiglie.
Dal sopralluogo da noi fatto non c’è dubbio dello stato di abbandono in cui
versa l’edificio pubblico: “La manutenzione esterna –osservano i condòmini
piuttosto agitati per l’abbandono istituzionale in cui versano- non è mai stata
fatta in 40 anni. La recinzione del giardino è stata rimossa dagli stessi
tecnici dell’Ater senza un perché con il verde pubblico che oggi è in balìa di
chiunque passi da queste parti”. Ma quello del verde è un problema secondario
per i residenti, anzi forse è quello su cui possono soprassedere se
consideriamo che: “fuoriesce –continuano- acqua dai tombini in continuazione;
tanto è vero che anche chi si occupa dell’autospurgo si è scocciato delle
nostre continue chiamate e non viene più”. Infatti come si evince dalla foto
lunedì sera c’era un foro nelle pareti dal quale fuoriusciva una macchia
d’acqua spumosa, mentre dal solaio scolava acqua proveniente dal primo piano,
un pilastro dal quale sbuca una tubatura e due tombini profondi aperti e se
malauguratamente dovesse caderci un bambino…L’elenco potrebbe continuare sullo
stato di conservazione alquanto precario nel quale versa il condominio e,
stando a ciò che ci è stato riferito dai condòmini, il tutto nel più totale
silenzio e assenza dell’Ater: “Chiamiamo e nessuno ci risponde- tuonano-;
scriviamo (ci sottopongono una missiva delle scorse settimane ndr) e ci
rispondono che è stata inviata una unità operativa ma nessuno l’ha mai vista.
Anche il nostro amministratore è andato di persona a Matera ma non ha trovato
udienza e non è stato ricevuto. Non capiamo il perché: qui tutti pagano il canone,
l’edificio è di loro proprietà, noi ci preoccupiamo di segnalare che andrebbero
fatti lavori di manutenzione come se fosse un ‘bene nostro’ e loro se ne
infischiano delle nostre rimostranze, quasi a dire: problemi vostri. Un ufficio
pubblico dovrebbe essere a disposizione dei cittadini e invece…”. Gli stessi
abitanti hanno messo al corrente del problema anche l’Amministrazione comunale,
la quale, nella persona del primo cittadino Rocco Leone, ha garantito il
massimo impegno istituzionale e si sarebbe fatto carico anche di sostituire i
tombini pericolosi per l’incolumità pubblica del rione e di coloro i quali lo
frequentano.
Gabriele
Elia
(Fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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