POLICORO
– Sono un po’ come medici senza frontiere, solo che anziché entrare in azione
per salvare gli esseri umani, per i quali c’è il servizio Basilicata soccorso
del 118, curano le tartarughe marine che si spiaggiano in riva allo Jonio o che
vengono segnalate ferite da pescatori della zona. La loro missione potrebbe
essere descritta in un manuale da libro cuore, ma al centro recupero animali
marini, in particolare testuggini, non vogliono sentire parlare di eroi o
salvatori dell’ecosistema marino. Così nei giorni scorsi i volontari del Wwf sono
stati tempestivi nel proiettarsi sull’arenile della Duna centrale per trarre in
salvo una tartaruga, l’ennesima di quest’estate, ferita e che le acque avevano
portato a riva nel territorio di Policoro. Probabilmente è stata vittima di
un’elica di un natante che d’estate circolano nello Jonio, anche se non è
esclusa l’involontaria mano di un pescatore che nello gettare una rete a mare o
un’esca abbia ferito l’animale marino. Fatto sta che grazie all’intervento di
Antonio Colucci e collaboratori, la tartaruga è stata curata nell’ “ospedale”
del centro visite Wwf dell’Idrovora salvandone la vita. Purtroppo il rammarico
è stato quello di non aver potuto fare nulla per salvare le altre due
tartarughe perché sono arrivate in riva già morte, come ci ha riferito lo
stesso Colucci, il cui centro è in stretto contatto con l’università di Bari e
presso cui ci sono giovani studenti che prestano il loro sapere e le loro competenze
per la causa e l’amore verso questo docile animale che è la tartaruga, della
specie in genere Caretta Caretta che nuota nel Mediterraneo. E non sono mancati
durante l’estate e l’anno 2013 il soccorso immediato ad altre tartarughe che
dopo le dovute e minuziose cure o sono state liberate in mare o sono state poi
trasferite altrove per le dovute medicazioni. La stagione che sta per
chiudersi, almeno da calendario, non è stata caratterizzata solo da incendi,
purtroppo, domati comunque con professionalità dai Vigili del fuoco, Protezione
civile e volontari di varie associazioni a tutela dell’incolumità umana, ma
anche da altri “angeli” che hanno salvato la vita agli animali che tutti gli
esseri umani vorrebbero accarezzare.
Gabriele
Elia
(Fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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