POLICORO – Giovedì sera 29 agosto
in piazza Eraclea il movimento ambientalista No Triv ha protestato con
decisione contro il servizio pubblico Rai poiché: “Sul sito internet compare la
programmazione della trasmissione denominata “Petrolio”, definita espressamente
come petrolio, metafora delle nostre ricchezze che per essere utilizzate devono
essere identificate, estratte, valorizzate. Quattro appuntamenti per cercare i
tesori nascosti, dimenticati o semplicemente mal utilizzati: la leva con cui
risollevare il Paese. Si precisa anche che tema della prima puntata sarà
“Caccia al tesoro”: alla ricerca dei tesori dimenticati, da Pompei ai Bronzi di
Riace, dalle risorse inutilizzate ai 105 milioni a disposizione per rilanciare
Pompei, uno dei giacimenti di petrolio simbolo del nostro paese. Noi riteniamo
che il tentativo di accostare i tesori archeologici come Pompei, della natura e
del turismo con il termine "Petrolio" costituisce indebito uso del
servizio pubblico della Rai. La trasparenza nella comunicazione, che deve
sempre caratterizzare le trasmissioni della Rai, è così compromessa sia dal
titolo utilizzato dal programma che dai messaggi contenuti. La bellezza della
natura, dell’arte e della cultura non possono identificarsi nella
parola “petrolio”. La parola petrolio non è un qualsiasi titolo per
un programma televisivo trasmesso dal servizio pubblico Rai ma è un prodotto commerciale
e per di più oggetto di forti contestazioni da parte di cittadini e movimenti
che in tutta Italia e soprattutto in Basilicata si oppongono ad uno sfruttamento
intensivo del territorio e del mare. Tale circostanza rende del tutto inidoneo
il termine ad essere utilizzato quale titolo di una trasmissione, poiché
sussiste il fondato pericolo di veicolare al pubblico un messaggio promozionale
celato come trasmissione di attualità, oltre a rilanciare l’immagine del
concetto “petrolio”, spesso percepito come fonte di inquinamento, accostandolo
alla risorsa “positiva” del sito archeologico di Pompei. Inoltre, il nostro
servizio pubblico Rai parla di un programma senza dibattiti, contradditori e
risse verbali lanciando così un messaggio ambiguo e non corretto: ossia che dal
confronto di più opinioni possa scaturire solo rissa verbale. Che il petrolio
poi sia una minaccia reale proprio per i beni archeologici è subito
dimostrato: il prof Leonardo Seeber (geologo di fama mondiale) ha denunciato
l’abbassamento del suolo dell’area archeologica di Capo Colonna in
Crotone a causa del fenomeno della subsidenza. Senza escludere altre cause, lo
scienziato aveva ritenuto principalmente responsabili le ricerche petrolifere (vicino
capo colonna si estrae gas). Un patrimonio inestimabile della Magna Grecia, dove
Pitagora aveva fondato la prima scuola di matematica del mondo, che
rischierebbe di finire in mare”. E’ per tutti questi motivi che Med No
Triv chiede che l’Agom e la Commissione di Vigilanza che dispongano l’avviso di
un procedimento d’infrazione nei confronti della Rai, oltre ad intervenire per
consentire l’acquisizione di spazi e dibattiti aperti anche alle associazioni
come Mediterraneo No Triv, spazi chiaramente esclusi come candidamente ammette
la Rai.
Gabriele Elia
(Fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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