POLICORO – Il 17/18 novembre
prossimo si rinnova anticipatamente il Consiglio regionale dopo le dimissioni
del Presidente Vito De Filippo (Pd) in seguito allo scandalo dei rimborsi
facili da parte di ex assessori e consiglieri uscenti. Ad oggi, nel bene e nel
male, le uniche certezze per l’elettorato sono il Pd e il M5S per motivi
diversi. Il primo perché è il partito del “sistema regione” che può quasi
tutto; il secondo è il movimento anti sistema regione. In mezzo un grande caos.
Il Pdl senza la forza d’urto del suo leader Berlusconi (non si vota in
concomitanza con le politiche) è un partito debole senza una classe dirigente,
eccezion fatta per qualcuno. In 18 anni di opposizione non è riuscito e non ha
voluto creare un’alternativa al centro sinistra. Non si spiega altrimenti la
fuoriuscita di tanti adepti che vedevano in Forza Italia prima e Pdl poi un
grimaldello per liberare la Lucania dal potere del centro sinistra. Così oggi
il Pdl è composto solo da due persone: Cosimo Latronico, deputato e Guido
Viceconte, senatore; quest’ultimo anche coordinatore regionale. Per il resto
c’è il vuoto. Rappresentanti politici in varie assemblee che sono solo dei
prestanome dei notabili del partito, tranne qualche esponente, e una guerra tra
poveri dentro il centro destra che non giova a nessuno: ad esempio quella tra
Fratelli d’Italia e il Pdl. Altre forze politiche stanno cercando di
coalizzarsi tra di loro ma ad oggi sono contenitori vuoti. Il laboratorio di
centro ne è un esempio. A livello nazionale l’Udc e Scelta civica sono ormai ai
ferri corti, mentre in Lucania stranamente vorrebbero allearsi; lo stesso
partito di Casini sceso considerevolmente nei consensi è diviso in due
correnti. La prima fa capo al consigliere Agatino Mancusi che pare ancora vicino
al centro sinistra, l’altra più lontano: parliamo di 1,5% a testa. Io amo la
Lucania è un movimento da prefisso telefonico con il solo Navazio ad avere
personalmente un buon bacino di voti a Melfi e dintorni. Lo stesso dicasi per
Grande Sud, a febbraio alleato del centro destra alle politiche e oggi
potenziale socio fondatore del laboratorio di centro. Troppa poca credibilità
per Gianfranco Blasi e soci. Fare per fermare il declino è inesistente in
Lucania e quindi non bisogna aggiungere altro. Su 5 potenziali partiti in
realtà solo Scelta civica può rivendicare una legittimazione politica
nell’elettorato, il resto sono sigle senza consensi. Un programma alternativo
alla maggioranza non lo si mette in campo quattro mesi prima del voto, ma è un
processo più lungo e fatto di persone che hanno più o meno lo stesso background
politico, hanno le idee chiare su alleanze e programmi, una prospettiva di
lungo periodo con sedi di partito radicate nei 131 Comuni lucani dove
incontrare la gente, renderla partecipe, coinvolgerla. Il contrario di quello
che è stato e viene fatto tuttora in Basilicata. Ora i buoi sono scappati e si
chiude il recinto. Il tempo è scaduto.
Gabriele Elia
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