mercoledì 3 luglio 2013

Verso le elezioni regionali. Quadro politico ancora poco chiaro. Pd e M5S uniche certezze

POLICORO – Il 17/18 novembre prossimo si rinnova anticipatamente il Consiglio regionale dopo le dimissioni del Presidente Vito De Filippo (Pd) in seguito allo scandalo dei rimborsi facili da parte di ex assessori e consiglieri uscenti. Ad oggi, nel bene e nel male, le uniche certezze per l’elettorato sono il Pd e il M5S per motivi diversi. Il primo perché è il partito del “sistema regione” che può quasi tutto; il secondo è il movimento anti sistema regione. In mezzo un grande caos. Il Pdl senza la forza d’urto del suo leader Berlusconi (non si vota in concomitanza con le politiche) è un partito debole senza una classe dirigente, eccezion fatta per qualcuno. In 18 anni di opposizione non è riuscito e non ha voluto creare un’alternativa al centro sinistra. Non si spiega altrimenti la fuoriuscita di tanti adepti che vedevano in Forza Italia prima e Pdl poi un grimaldello per liberare la Lucania dal potere del centro sinistra. Così oggi il Pdl è composto solo da due persone: Cosimo Latronico, deputato e Guido Viceconte, senatore; quest’ultimo anche coordinatore regionale. Per il resto c’è il vuoto. Rappresentanti politici in varie assemblee che sono solo dei prestanome dei notabili del partito, tranne qualche esponente, e una guerra tra poveri dentro il centro destra che non giova a nessuno: ad esempio quella tra Fratelli d’Italia e il Pdl. Altre forze politiche stanno cercando di coalizzarsi tra di loro ma ad oggi sono contenitori vuoti. Il laboratorio di centro ne è un esempio. A livello nazionale l’Udc e Scelta civica sono ormai ai ferri corti, mentre in Lucania stranamente vorrebbero allearsi; lo stesso partito di Casini sceso considerevolmente nei consensi è diviso in due correnti. La prima fa capo al consigliere Agatino Mancusi che pare ancora vicino al centro sinistra, l’altra più lontano: parliamo di 1,5% a testa. Io amo la Lucania è un movimento da prefisso telefonico con il solo Navazio ad avere personalmente un buon bacino di voti a Melfi e dintorni. Lo stesso dicasi per Grande Sud, a febbraio alleato del centro destra alle politiche e oggi potenziale socio fondatore del laboratorio di centro. Troppa poca credibilità per Gianfranco Blasi e soci. Fare per fermare il declino è inesistente in Lucania e quindi non bisogna aggiungere altro. Su 5 potenziali partiti in realtà solo Scelta civica può rivendicare una legittimazione politica nell’elettorato, il resto sono sigle senza consensi. Un programma alternativo alla maggioranza non lo si mette in campo quattro mesi prima del voto, ma è un processo più lungo e fatto di persone che hanno più o meno lo stesso background politico, hanno le idee chiare su alleanze e programmi, una prospettiva di lungo periodo con sedi di partito radicate nei 131 Comuni lucani dove incontrare la gente, renderla partecipe, coinvolgerla. Il contrario di quello che è stato e viene fatto tuttora in Basilicata. Ora i buoi sono scappati e si chiude il recinto. Il tempo è scaduto.


Gabriele Elia  

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