La proposta del gruppo Trenta per un 'petrolio trasparente'
POLICORO - La situazione
ambientale assieme a quella politica lucana, sono insostenibili. Mentre in
Italia si parla di trasparenza ed open data, qui in Basilicata è tornato il
medioevo. Noi cittadini non sappiamo nulla della “filiera petrolifera”, tutto
secretato, dalle prospezioni sismiche alle reali emissioni in aria ed acqua. In
tutto ciò il potere politico, trasversalmente, ha fatto la sua parte,
schierandosi con l’interesse di alcuni a discapito della vita di molti. Siamo
l’unica regione riconducibile alle cosiddette democrazie occidentali, ove
l’attività estrattive sorge al fianco di: case, scuole, campi, falde, fiumi,
parchi, dighe ed ospedali. Non siamo una regione-laboratorio, siamo una regione-cavia
in mano alle lobby internazionali. Purtroppo la nostra classe politica degli
ultimi dieci anni si è dimostrata antiquata ed incompetente di fronte alle
sfide della modernità. Da Bubbico a De Filippo l’unico filo conduttore è quello
di aver instaurato la tirannia del bisogno, usando clientelismo ed
assistenzialismo, hanno narcotizzato le coscienze, ed oggi le compagnie
petrolifere seducono le coscienze di sindaci e cittadini lucani sempre con la
stessa moneta, la disperazione. Trenta in vista delle regionali sposa l’unica
bellezza rimasta in questa terra, la natura, sicura che sia solo l’ambiente il
vero capitale da preservare ora! La Regione Basilicata non ci dice nulla
sull’esplosione di malattie tumorali, cardiorespiratorie e tiroidee che stanno
interessando il territorio, con picchi allarmanti nelle zone industriali ed in
quelle di stoccaggio dei rifiuti. Il petrolio ci inquina a 360gradi, non è
sostenibile, e cosa ancora più assurda è vedere l’impegno di Eni e Total nel
finanziare sagre e mostre, mentre intorno a loro si sta creando morte ed
illegalità. È inconcepibile che nel 2013 i cittadini non abbiano tutela della
loro salute e della libera informazione: da chi prende l’acqua il Centro Oli di
Viggiano? Quanta ne consuma e quanto la paga? Perché i lucani pagano il
carburante più dei pugliesi? Presidente De Filippo avete la minima idea di cosa
stia accadendo nel sottosuolo lucano? Ed a Tecnoparco? Presidente per voi il
vero bene è l’acqua o il petrolio? È ammissibile alla luce dell’ultima relazione
della Corte dei Conti di Basilicata, che
la nostra regione sia la terz’ultima d’Italia per capacità d’investimento
nonostante gli introiti petroliferi? Presidente si rende conto che le compagnie
stanno innalzando dei nuovi confini economici tra comuni? È mai possibile
dividere ulteriormente la Basilicata tra 10 comuni narcotizzati da fiumi di
denaro ed altri 120 che non possono garantire più alcuni servizi fondamentali?
Dov’è finita l’equità sociale? Trenta avanza una proposta di legge, al momento
irricevibile visto che De Filippo c’ha abbandonato in mezzo al mare in quanto
ultima regione d’Italia insieme al Molise a non avere uno statuto regionale. Trenta propone alle varie
compagini politiche e non,lucane, di sposare la nostra visione
politica, ossia utilizzare dal bilancio triennale 2016-18, la totalità delle royalties
petrolifere regionali, esclusivamente per la spesa capitale. Ed
inoltre, considerata la cronica deficienza d’investimenti da parte dei Comuni
che ormai non possono più realizzare grandi opere pubbliche, destinare il 30%
delle royalties regionali alle amministrazioni comunali, così senza superare il
patto di stabilità si avrebbe la concreta possibilità per i Comuni lucani di
realizzare, completare e recuperare centinaia di infrastrutture locali. Basta
drogare i bilanci pubblici con le royalties, chi amministra male si fa da parte
e ciò che è straordinario non può diventare spesa corrente. Così come le altre
regioni italiane utilizzano strategie politiche ed economiche volte ad
ottimizzare la macchina pubblica ed il proprio tessuto produttivo, noi in
Basilicata dobbiamo amministrare onestamente. Questa è la sfida vera in
Basilicata, semplicemente, amministrare con onestà e competenza, con il
coraggio di essere anche impopolari nei momenti di difficoltà.
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