E’ scomparso da qualche giorno uno statista
riconosciuto tale in maniera trasversale da tutte le forze politiche. Una di
quelle persone che con la politica non si è certamente arricchito e nemmeno
all’epoca del tintinnio delle manette, tra la fine degli anni ’90 e gli anni
successivi, è stato sfiorato da un avviso di garanzia o indagine di cui le
cronache di quegli anni e di quelli avvenire erano e sono piene. Nei giorni
scorsi durante un convegno politico tenutosi all’Oro hotel chi lo ha conosciuto
bene ha parlato del presidente Colombo come di una persona che fino all’ultimo
giorno della sua vita ha vissuto come una persona normale, senza ostentare
ricchezza, ammesso che l’avesse, né tantomeno potere. Certo nel suo agire
politico ci possono essere state diversità di vedute, legittime e fisiologiche
in politica, su come ha esercitato il suo mandato politico sia da parlamentare
che da ministro, però rispetto a chi lo ha sostituito oggi il divario è enorme.
Un lucano ai vertici dello Stato e dell’Europa per tanti anni difficilmente lo
rivedremo nei prossimi anni in un agone politico che macina tutto in fretta e
furia, dove non ci sono più certezze e dove un minimo di progettualità non è
nemmeno all’ordine del giorno. Rileggendo a posteriori la sua figura sarebbe il
caso che nessuno dimentichi ciò che egli ha rappresentato per la Basilicata
imprimendo il suo nome su un’ opera pubblica o più semplicemente su un’arteria
cittadina.
Gabriele Elia
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