martedì 16 agosto 2016

Giovanni Viggiani racconta la sua esperienza di solidarietà a bordo della nave “Cavour”


POLICORO – Giovanni Viggiani, autore del libro “Acquerelli” presentato un anno fa nella città jonica nel quale racconta storie e aneddoti della sua vita trascorsa tra scuola e impegno sociopolitico, nei giorni scorsi è stato ospite in qualità di benefattore  a bordo della nave “Cavour”, ammiraglia della Marina Militare italiana, ormeggiata a Taranto per l’ 11° weekend clinic nell’ambito del progetto  “Un mare di sorrisi”, che vede insieme la Marina e i medici volontari della fondazione Operation Smile Italia Onlus. Lo scopo comune è quello di aiutare bambini e adulti, con malformazioni al viso, mission alla quale Viggiani non si è sottratto dato che il ricavato della vendita dei suoi libri è andato proprio in beneficenza. Sulla nave “Cavour” è presente  un ospedale con staff  medico della Marina, che in collaborazione con i volontari della fondazione sottopongono a trattamento chirurgico bambini e adulti nati con delle malformazioni al viso, e ospita pure i loro familiari  per il tempo necessario all’intervento. Nel periodo in cui Viggiani è stato ospite dell’imbarcazione, 8-10 luglio, sono state operate, grazie anche all’assistenza delle volontarie della Croce rossa italiana, cinque pazienti italiani affetti da labiopalatoschisi (labbro leporino). Nella giornata di venerdì 8 sono stati visitati circa quaranta pazienti e in quella di domenica altri dieci sottoposti a visita di controllo, in quanto operati in precedenza. “Durante la permanenza –osserva Viggiani-, ho avuto l’onore di essere stato ricevuto dall’ammiraglio Enrico Mascia, Capo ispettore sanitario nazionale della Marina Militare; dal comandante della nave, capitano di Vascello Alberto Sodomaco; e altro personale della Marina e operatori vari. Con loro ho avuto  il piacere di conoscere alcuni genitori dei bambini sottoposti ad intervento, la cui gioia di risolvere il grave problema dei lori figlioletti traspariva da ogni poro della pelle, ma la loro fronte restava comunque corrugata per l’ansia e la sofferenza. In quella occasione, ho scoperto  la straordinaria  disponibilità della Marina Militare italiana ad aiutare chi ha bisogno e  la meravigliosa ‘Cavalleria’  dei suoi uomini, unitamente a tutte le altre  persone volontarie che donano  scienza e professionalità in  favore di coloro i quali, fino ad allora, non hanno potuto mangiare, bere, parlare normalmente e soprattutto sorridere. Con soddisfazione, ho verificato che un cuore grande come il mare, esiste anche nella nostra Nazione e, questo, ha fatto risorgere in me l’orgoglio di essere italiano”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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