Il decreto
legislativo, in attuazione della delega al governo in materia di riordino degli
Uffici Giudiziari, sopprime le sezioni distaccate dei tribunali. Viene così
sancita anche una distanza, oramai incolmabile, tra chi governa e i cittadini,
viene evidenziato il disprezzo delle istanze poste dai vari livelli istituzionali
(Regioni, Anci, associazioni, comitati di cittadini, organizzazioni
professionali) al cosiddetto governo tecnico il quale procede indisturbato,
verso la disarticolazione del sistema su cui si regge una democrazia, in barba
ai dettati costituzionali. Se l’obiettivo, nel caso specifico, è quello di
disorientare la popolazione, il Ministro Severino ed il suo governo, lo centra
in pieno con una sequela di atti illogici e contraddittori, perpetrati con il
piglio di chi conduce una battaglia della quale si è perso di vista lo scopo. Dichiara
la ministra: “è stata confermata la soppressione di tutte le sezioni
distaccate, nonostante le richieste di mantenimento di alcune di esse, poiché
l’esperienza sin qui fatta dimostra che si tratta di un modello organizzativo
precario ed inefficiente sotto il profilo della produttività e della carenza di
specializzazione con un impiego di risorse spropositate rispetto alle
esigenze”. Il ministro Severino evidentemente non conosce la realtà di
Pisticci! È inconsapevole della storia ultracentennale del presidio pisticcese,
non è informata sulla sua capacità produttiva, e, cosa grave, avalla lo spreco
di quelle ingenti risorse pubbliche utilizzate per la realizzazione della nuova
sede e di una serie di infrastrutture, funzionali alla sezione di tribunale,
tra cui un parcheggio multipiano. Permangono, sostanzialmente, i molti dubbi
sul profilo di costituzionalità del Decreto e forti perplessità in materia di danno
erariale, causato da un atto legislativo che fonda la sua ragione proprio sul
risparmio di risorse. Il ministro deve dimostrare, inoltre, la fattibilità, in
termini economici e logistici, del trasferimento delle attività degli uffici di
Pisticci, presso il tribunale di Matera e deve garantire quell’efficienza di
cui parla. In attesa di qualche giustificazione di merito, registriamo, ancora una
volta, l’atteggiamento sordo, miope e arrogante di una politica
autoreferenziale, che compie scelte incomprensibili contro i cittadini, i cui
bisogni sono vissuti con fastidio, quasi fossero un fardello per una classe
politica oramai disorientata e incapace di indicare degli obiettivi strategici,
in nome dei quali chiedere i continui sacrifici che sta imponendo. Per il
momento abbiamo assistito esclusivamente a tagli indiscriminati. Ancora una
volta dobbiamo registrare con amarezza che questa vicenda è utilizzata per le
solite sterili polemiche locali che tendono a dividere anche quando la coesione
rappresenta l’unica arma democratica si cui dispone la comunità pisticcese.
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