sabato 4 ottobre 2014

Scuola, Leonardo Giordano: “In Basilicata mancano gli Itis”

POLICORO – Leonardo Giordano, dirigente scolastico del liceo “E. Fermi” del centro jonico, nonché coordinatore provinciale del Ncd (Nuovo centro destra), rileva che gli istituti d’istruzione superiore (Its) previsti qualche anno fa dalla riforma del ministro Gelmini abbia dato un contributo positivo agli studenti che non volessero continuare all’università dopo la formazione post diploma di secondo grado, solo che la Basilicata ancora non li ha attivati:Ne sono stati istituiti ben 76 in tutt’Italia, alcuni di essi hanno già rilasciato il titolo biennale o triennale. Il 70% dei diplomati ha trovato lavoro ed impiego. Il successo di queste nuove istituzioni scolastiche è dovuto al fatto che sono gestite da fondazioni del cui Consiglio d’amministrazione, per obbligo di legge, devono far parte almeno una scuola media secondaria (Licei o Professionali o istituti tecnici); almeno un’azienda o un’organizzazione di categoria (Confindustria, Camere di Commercio), un ente di formazione, un istituto universitario. Pertanto il fatto positivo è aver strappato l’alta formazione al monopolio degli enti di formazione e della Regione. L’aver obbligato le aziende ad entrare nella gestione di questi ITS per poter programmare le azioni formative in rapporto al  fabbisogno formativo delle aziende. Purtroppo però la Regione Basilicata è l’unica regione a non aver avviato tali ITS e a tenere ancora in cassa il finanziamento avuto dal Miur. A conclusione della scorsa legislatura si è riusciti, dopo un’aspra battaglia in Consiglio Regionale, a far approvare una legge-quadro sui poli scolastici che è il presupposto per istituire gli ITS, ma poi tutto si è fermato di nuovo. Uno di questi, dedicato al turismo marino e all’agroalimentare, dovrebbe essere insediato nel Metapontino. Si sconta un pesante ritardo che si scarica sulle poche aziende ancora rimaste ad intraprendere nel turismo e nell’agroalimentare, e sui giovani forzati a tentare la via dell’Università oppure ad emigrare”.

Gabriele Elia

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