POLICORO – Il clima natalizio ha ispirato il
disegnatore policorese Pasquale Suriano di Policoro, per ben 3 volte
vicecampione mondiale si disegno noto ai più per i suoi ritratti simili a
quadri esposti nelle pinacoteche più frequentate d’Italia. La sua matita ha
disegnato (vedi foto) in maniera oggettiva, fredda, un’opera da egli stesso ha
chiamato: “Schiavi del tempo”, con una frase sibillina: “Ti amerò fino a quando
non riuscirò a disegnare il rumore di un petalo di rosa che cade su un pavimento
di cristallo e fermerà il tempo”. L’artista ha tenuto in mano la classica
matita con gomma che si usa a scuola nelle ore di educazione artistica per 3
mesi e mezzo circa in cui il tempo è volato, trascorso inesorabilmente a prescindere
da come esso viene impiegato: in modo costruttivo, distruttivo o anonimo. Il
tempo passa e ce ne accorgiamo specchiandoci la mattina, guardandoci intorno
quando usciamo, parlando con gli amici di una volta, vedendo generazioni di
ragazzi crescere. Ma il tempo passa anche per gli oggetti: una volta c’era la
cabina telefonica, si usava solo e sempre il fax per le comunicazioni urgenti,
il computer era soltanto usato per i videogiochi. Oggi invece si comunica
quando si vuole, con un semplice clic si inviano carte per email e i
videogiochi sono stati soppiantati dalla playstation. Le donne di casa pulivano
con l’aspirapolvere, mentre oggi il trascorrere del tempo ha inventato un
marchingegno simile ad un mini disco volante che scivola via in tutti gli angoli
consentendoci di stare tranquillamente davanti la tv. E un domani chissà il
tempo ci consegnerà un amico di latta visto che le relazioni umane sono ridotte
quasi ai minimi termini, distrutte dai social network e dalla realtà virtuale.
Il tempo a seconda delle circostanze può esserci alleato o nemico, ma una
certezza c’è: ci accompagna nel lungo cammino della vita, sicuramente quello
terreno…E’ un po’ come la nostra ombra: ci segue dappertutto senza poterne fare
a meno. D’altronde senza il rintocco di una campana, delle lancette di un
orologio, del display di un oggetto tecnologico o per i nostalgici della clepsamie
(sabbia) di una clessidra, la vita di un essere umano sarebbe sempre solo arida
senza nessuna variabile.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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