POLICORO - L’accusa è di quelle particolarmente gravi, soprattutto per i dipendenti pubblici, perdi più durante una grave crisi economica generale. Un dipendente del Settore finanziario del Comune di Policoro, avrebbe fatto la cresta sul “Capitolo residuo per il personale” dell’anno 2007, al fine di pagare le rate di un finanziamento personale. Lunedì scorso, il fatto è stato formalmente denunciato dal dirigente del Settore finanziario, Ivano Vitale, alla Compagnia carabinieri di Policoro, che ora dovranno indagare su quanto si presume sia accaduto. Secondo le indicazioni del dirigente, pare che la partita di giro, orchestrata dal dipendente, sia iniziata a marzo scorso. L’uomo, sempre secondo l’accusa, avrebbe dirottato sul suo conto personale piccole somme fino a settembre, quando evidentemente rassicurato dalla buona riuscita dell’operazione, che secondo lui sarebbe passata inosservata, ha pensato di accreditarsi mensilmente l’intera somma corrispondente alla rata del suo finanziamento, ovvero circa trecento euro al mese da settembre a novembre. Il sospetto di questa operazione illecita, sarebbe venuto ad alcuni colleghi dell’uomo, che avrebbero segnalato tutto al dirigente; da lì è partita la denuncia e scaturiranno le indagini, volte ad accertare le eventuali responsabilità del dipendente e la dinamica dei flussi, così come indicati dal dirigente. Un episodio che, se verificato come tale, sarebbe molto grave, configurando responsabilità soggettive del dipendente, ma probabilmente anche oggettive di chi non poteva non sapere quanto accadesse. Laconico il commento del sindaco, Rocco Leone (Pdl), subito informato dal dirigente di quanto accaduto: «Se ci sono responsabilità -ha dichiarato al Quotidiano- il dipendente dovrà restituire quanto sottratto alle casse comunali, pagandone le conseguenze anche penali. Questa Amministrazione, a prescindere dal caso specifico, sul fronte della legalità non fa sconti a nessuno». Caustico il commento di Ottavio Frammartino del movimento “Policoro è tua”, che aveva già lanciato la notizia sul suo blog: «Che la gestione del personale e quella finanziaria fosse una gestione discutibile lo avevano detto noi in tempi non sospetti -esordisce- che vi fossero gestioni allegre e conflitti tra il ruolo di servitore fedele della pubblica amministrazione e quello privato, lo avevamo denunciato, ma quello che è accaduto e di cui siamo venuti a conoscenza, è un fatto di tale gravità, che secondo noi nasconde altre verità, una partita che non può essere chiusa semplicemente con il trasferimento del solo dipendete capro espiatorio di responsabilità diffuse e di grave inadempienza e mancanza di qualsivoglia controllo. Può un dipendente per quanto autonomo in modo indisturbato fare una operazione del genere senza che il Dirigente se ne accorge? Perché gli stipendi venivano firmati da una P.O. e non dal dirigente come prevede la legge? -si chiede Frammartino- Chi firmava i mandati di pagamenti se non lo stesso dirigente? Perchè viene conferito in modo illegittimo la posizione apicale della gestione del personale ad un dirigente sindacale, quando questa è espressamente vietata dalla legge ? Chi ha consentito tale illegittimità? Da quando tempo dura siffatta situazione? Si parla di altri atti illegittimi , dalle indennità alla distribuzione del compenso accessorio, chi è legittimato farà un’opera di verità ? L’amministrazione ed il segretario in primis, tocca togliere il velo nero degli intrecci che si annidano in quell’ufficio. A Leone, che ha la responsabilità della nomina, tocca fare chiarezza».
Fonte
Antonio Corrado
Il Quotidiano della Basilicata
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