POLICORO – Sul lungomare centrale di via Lido la maggior
parte dei box estivi sono stati smontati, compresi i lidi fissi, perché la
concessione estiva è scaduta da qualche settimana. I concessionari di lido fino
al 2020 non dovrebbero avere problemi al rinnovo, poi si vedrà se saranno messi
all’asta come vuole l’Unione europea in virtù del principio di libera
concorrenza. Nel frattempo che l’evoluzione politica legislativa faccia il suo
corso, ad inizio estate il titolare di una concessione di stabilimento balneare
si fece promotore di una raccolta firme tra gli impresari del turismo per
evitare di smontare le strutture leggere dall’arenile e rimontarle in estate.
Per il momento questa sua protesta pacifica non ha sortito gli effetti sperati,
tranne poche eccezioni, in quanto, secondo la legislazione vigente,
deturperebbero il sistema ambientale della duna. I sottoscrittori della
petizione sostengono che smontando e rimontando si deturpa due volte l’ambiente
e per questo volevano che tutto rimanesse così com’era fino agli inizi di
settembre per garantire nelle belle giornate invernali la possibilità di aprire
il lido per una festa o un happening tutelando comunque la fauna e la flora
circostante. A tal proposito abbiamo sentito il maresciallo della Locamare
(Capitaneria di porto di Taranto) del centro jonico, organo deputato ai
controlli e sanzioni in materia di demanio marittimo, Fabio Mitidieri, come si
devono comportare i titolari/gestori di concessione dei lidi mobili: “Il
vincolo è contenuto nel Piano Paesistico del Metapontino e finalmente stiamo provando a capire come fare
per riuscire a permettere di rimanere aperti anche in inverno. Purtroppo io non
ho poteri decisionali, ma sono quello che è costretto a punire chi non si
attiene alla normativa”. L’intento di tutti è quello di far prevalere il buon
senso senza danneggiare nessuno. E a tal proposito, secondo i firmatari, si
sarebbe una sentenza del Tar Puglia che ha accolto un ricorso dei loro colleghi
pugliesi. In riva allo Jonio, sponda Policoro, vedremo cosa succederà.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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