venerdì 20 dicembre 2013

No Scorie Trisaia su card carburante: "Vogliamo i fondi Ue persi a causa del Pil del petrolio, altro che referendum"

POLICORO - Abbiamo perso circa 320 milioni di euro all’anno in fondi Ue per lo sviluppo e per le imprese lucane per colpa del PIL del petrolio che ha fatto diventare la Basilicata una regione ricca uscendo dall’Obiettivo 1  della UE (in realtà è diventata la più povera d’Italia-Istat 2011), contro  le royalties e le elemosine della card carburanti che valgono circa la metà.(circa il 3% del bilancio regionale). A questo vanno aggiunti i danni derivanti dalla presenza impattante a livello ambientale  delle attività petrolifere che pagheranno nel tempo le attività economiche locali, agricole, turistiche, gli ecosistemi, ed eventuali costi sanitari sempre a carico dei cittadini. C’è un danno urbanistico d’immagine subito dai centri  dei paesi lucani petrolizzati che si vedono deprezzati gli immobili dalla presenza delle trivelle, chi comprerà mai una casa in quei luoghi? C’è il rischio di mettere in pericolo gli acquiferi lucani che dissetano , irrigano e mantengono in vita attività industriali a tutti i livelli di  due regioni (non si può produrre alcun prodotto senz’acqua.). C’e' una produzione esponenziale di rifiuti speciali  petroliferi che aumentano la presenza di discariche in regione, impianti di smaltimento che hanno un  costo sociale  nel tempo anche quando quest’ultimi saranno chiusi. C’e un consumo enorme di acqua che sarà tolto ad altre attività sostenibili e non a termine come per il petrolio. Sono oltre dieci anni che le amministrazioni  regionali della Basilicata hanno riempito i media e i giornali con la favola del petrolio, ora a memorandum fallito e bonus benzina scippato cercano ancora referendum in una democrazia sulle elemosine della card carburanti. Pittella non cerchi referendum illusionisti   (circa il 60%  dei cittadini lucani hanno già bocciato  la politica  regionale  già praticata  con  il partito del non voto ) su come spendere i fondi della card benzina, chieda invece i danni al governo sui fondi Obiettivo  1 persi per colpa del PIL del petrolio, non permetta più il saccheggio di questa terra bloccando tutte le nuove istanze di ricerca e chiuda quelle attività petrolifere che potrebbero produrre danni alla salute, alle economie locali e agli ecosistemi della Basilicata. A cosa è servito estrarre petrolio in Basilicata? In questi luoghi non sono ci sono mai state le condizioni ambientali favorevoli (non siamo in un deserto) e nemmeno quelle economiche. Sicuramente ci avranno guadagnato le società petrolifere e chi gestisce i  rifiuti petroliferi, ma a quale prezzo per la comunità lucana? Forse solo per avere qualche poltrona importante  in parlamento per i politici lucani ? Ma anche questa favola per fortuna è finita…


No Scorie Trisaia

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