POLICORO - Abbiamo perso circa 320
milioni di euro all’anno in fondi Ue per lo sviluppo e per le imprese lucane
per colpa del PIL del petrolio che ha fatto diventare la Basilicata
una regione ricca uscendo dall’Obiettivo 1 della UE (in realtà è
diventata la più povera d’Italia-Istat 2011), contro le royalties e le
elemosine della card carburanti che valgono circa la metà.(circa il 3% del
bilancio regionale). A questo vanno aggiunti i danni derivanti dalla presenza
impattante a livello ambientale delle attività petrolifere che pagheranno
nel tempo le attività economiche locali, agricole, turistiche, gli ecosistemi,
ed eventuali costi sanitari sempre a carico dei cittadini. C’è un danno
urbanistico d’immagine subito dai centri dei paesi
lucani petrolizzati che si vedono deprezzati gli immobili dalla presenza
delle trivelle, chi comprerà mai una casa in quei luoghi? C’è il rischio di
mettere in pericolo gli acquiferi lucani che dissetano , irrigano e mantengono
in vita attività industriali a tutti i livelli di due regioni (non si può
produrre alcun prodotto senz’acqua.). C’e' una produzione esponenziale di
rifiuti speciali petroliferi che aumentano la presenza di discariche in
regione, impianti di smaltimento che hanno un costo sociale nel
tempo anche quando quest’ultimi saranno chiusi. C’e un consumo enorme di acqua
che sarà tolto ad altre attività sostenibili e non a termine come per il
petrolio. Sono oltre dieci anni che le amministrazioni regionali della
Basilicata hanno riempito i media e i giornali con la favola del petrolio, ora
a memorandum fallito e bonus benzina scippato cercano ancora referendum
in una democrazia sulle elemosine della card carburanti. Pittella non
cerchi referendum illusionisti (circa il 60% dei cittadini
lucani hanno già bocciato la politica regionale già
praticata con il partito del non voto ) su come spendere i
fondi della card benzina, chieda invece i danni al governo sui fondi Obiettivo
1 persi per colpa del PIL del petrolio, non permetta più il saccheggio di
questa terra bloccando tutte le nuove istanze di ricerca e chiuda quelle
attività petrolifere che potrebbero produrre danni alla salute, alle economie
locali e agli ecosistemi della Basilicata. A cosa è servito estrarre petrolio
in Basilicata? In questi luoghi non sono ci sono mai state le condizioni
ambientali favorevoli (non siamo in un deserto) e nemmeno quelle economiche.
Sicuramente ci avranno guadagnato le società petrolifere e chi gestisce i
rifiuti petroliferi, ma a quale prezzo per la comunità lucana? Forse solo per
avere qualche poltrona importante in parlamento per i politici lucani ?
Ma anche questa favola per fortuna è finita…
No Scorie Trisaia
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