POLICORO – Fino a giorno 10
agosto la costa jonica di Policoro era unita idealmente contro il rischio,
concreto, di trivellazioni anche in mare, dopo quelle nella terraferma di Corleto
Perticara e Gorgoglione. Per scongiurare questo pericolo le associazioni
ambientaliste per il terzo anno di fila hanno organizzato una pacifica
manifestazione proprio sulla battigia: la catena umana nella mattinata dell’11
agosto passando così dal pensiero all’azione. Da Torremozza al lido la Duna del
lungomare centrale prima in maniera asimmetrica e poi coordinati tra di loro,
circa 7000 persone/bagnanti, secondo la stima degli organizzatori, hanno
manifestato la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di perforazione del mar
Jonio/Mediterraneo. “La cosa più bella –osserva Felice Santarcangelo tra i
promotori- è che quest’anno ci sono stati anche gli abilmente diversi che si
sono aggregati a noi. La loro sensibilità è il nostro valore aggiunto nel
difendere il bene acqua dalla speculazione petrolifera in Basilicata e nel mar
Jonio. Le istanze di ricerca petrolifera nel mare Jonio (sono arrivate a 14, da
Gallipoli a Catanzaro ) e vanno bocciate dal Ministero
dell’Ambiente. Migliaia di posti si lavoro si perderebbero subito se trivellano
lo Jonio, a rischio un patrimonio urbanistico e storico millenario della Magna
Grecia. Rischi gravi collegati ai terremoti e alle faglie attive che potrebbero
reagire negativamente con le trivellazioni poste alle stesse profondità,
rischio subsidenza e grave inquinamento a causa della conformazione geologica e
geografica del golfo di Taranto”. Gli operatori turistici sono stati al fianco
degli organizzatori della manifestazione dicendo la loro. Mimmo Calbi del
Circolo Aquarius sostiene: “Ben vengano segnali dal territorio così forti, ma
dobbiamo essere più incisivi non solo in loco ma anche sui tavoli istituzionali
che contano dove si decidono le sorti del territorio. All’occorrenza possiamo
sbattere anche i pugni passando dalle buone maniere alle “cattive””. Gli fa eco
Sigismondo Mangialardi, anch’egli proprietario di una scuola/circolo nautico
per ragazzi: “Il mare è una delle risorse che dobbiamo valorizzare ancora di
più per creare ricchezza e benessere. La sua sostenibilità è il nostro futuro e
quello di coloro i quali hanno deciso di vivere qui. Non ci possiamo far
espropriare di quello che la natura ci ha dato delegando ad altri la fine che
dobbiamo fare…Il nostro mare è anche ricco di storia e tradizioni, ed è su questa
direttrice che bisogna lavorare e non sulla sua deturpazione”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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