POLICORO – Il
Ferragosto nel centro jonico e dintorni è un giorno come un altro. La festa
laica per eccellenza non riserva grandi novità. La gente si sposta per rimanere
fedeli alla giornata “comandata” più per motivi oggettivi che non per altro. E
come ogni anno raccontiamo che si può fare meglio. Il clima poco soleggiato
poteva rovinare la scampagnata fuori porta, ma fortunatamente non c’è stata né
pioggia né vento forte. Sul lungomare si è visto il movimento che la festa
impone ma si è usciti giusto per il gusto di dire: “c’ero anch’io” e non perché
ci fossero grandi motivazioni. Questa è l’impressione che abbiamo avuto girando
un po’ per qualche struttura balneare. E gli operatori economici cosa ne
pensano del Ferragosto? “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole –commenta Massimo
De Lorenzo dello Sporting Beach-. Si è lavorato come gli altri giorni. Nulla di
che. Le politiche di promozione del territorio sono scadenti, non veniamo
coinvolti nelle scelte di marketing territoriale e il cartellone estivo non
riservava per il Ferragosto nulla. Chi si è mosso lo ha fatto per il rosso del
calendario. Anche tra noi operatori non c’è grande sinergia e spirito di
squadra. Anzi se proprio va fatto un bilancio un po’ più allargato registro una
flessione nelle presenze”. Sul lato destro della Duna attrezzata ci siamo
recati da Antonio Mastrosimone de “La Capannina” che sembra avallare la tesi
del suo collega: “Da me c’è il tutto esaurito ma io mi muovo autonomamente con
la mia struttura e nel propagandarne l’immagine della stessa senza stare alla
speranza altrui. Ho la mia clientela e cerco di fidelizzarla facendo degli
investimenti nel lido e organizzando delle serate di animazione”. Il museo
della “Siritide” è stato aperto eccezionalmente per tutta la giornata, ma fino
alle 15:00 i visitatori erano non più di 60. Anche per loro manca una strategia
commerciale. Se Policoro non ride Nova Siri piange. Il lungomare è un mortorio
e anche qui mancano i servizi legati al turismo. Alla Girandola c’è gente: “Ma
si consuma poco. Rispetto ad un anno fa –osserva il gestore- c’è un 30% in
meno. Si vive proprio alla giornata eppure un lungomare così gli altri se lo
sognano; peccato che non sia valorizzato neanche con appuntamenti culturali.
Dopo che si è fatto avanti e dietro per un paio di volte non si sa più dove
andare”. Gli affari non vanno bene neanche per gli ambulanti. I potenziali
utenti non si fermano nemmeno a vedere gli oggetti di bigiotteria e quelli
legati alla stagione estiva come occhiali da sole, portadocumenti, ecc..
Insomma parte della costa jonica sembra accomunata dalla delusione e sconforto
che ogni anno è sempre la stessa musica, stonata, e dalla speranza che qualcosa
può e debba cambiare. Quando?
Gabriele Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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