domenica 25 gennaio 2015

Danni all’agricoltura dopo la grandinata di giovedì


POLICORO – Pochi minuti di grandine nella serata di giovedì 22 gennaio intorno alle 19:15 ha danneggiato le colture di stagione nel centro jonico e anche in tutto il Metapontino. Per qualche minuto il territorio è stato colpito di chicchi di grandine che sembravano pallottole. A rimetterci ancora una volta il mondo agricolo, quello più esposto alle intemperie del tempo. Agrumi, drupace, ortaggi, gemma di frutta come le pesche hanno subito gravi danni ed esposto il settore primario dell’economia regionale a nuove e giuste rivendicazioni verso la politica, che deve fare la sua parte in quanto l’agricoltura oltre che col mercato si scontra anche delle condizioni meteo. Tra le prime proposte che la Coldiretti di Policoro, tramite il suo presidente Enzo Padula, mette sul tavolo del confronto è quello di assicurare le produzioni tutto l’anno: “Ormai –afferma- con questo clima impazzito sono saltate le stagioni e poiché la Regione con un contributo copre parte delle assicurazioni sulle colture, noi chiediamo un interessamento forte della politica regionale affinchè le compagnie ci coprano tutto l’anno dalle avversità climatiche. Ad esempio ci sono casi in cui le polizze si possono stipulare solo quando ci sono i fiori sugli alberi, nella fattispecie delle drupace e pesche nel mese di febbraio. Però se la grandine si abbatte a gennaio come nel nostro caso come tuteliamo i nostri agricoltori? Oltretutto la fortuna ci ha voltato le spalle due volte nel senso che un’altra grandinata si è abbattuta su parte dell’agro di Policoro già qualche giorno prima di quella più dannosa di giovedì; mentre tra Natale e Capodanno una gelata ha compromesso carciofi e fave, che rappresentavano delle primizie per i mercati mentre ora arriveranno ad aprile sulle tavole dei consumatori quando la concorrenza sarà già agguerrita. Al momento –conclude Padula- è impossibile quantificare i danni della calamità per i nostri frutteti e colture nel senso lato del termine, però posso preannunciare che sono ingenti poiché sia le gemme dei frutti che le colture pronte al raccolto quando vengono colpite dai chicchi di grandine non sono più commerciabili”. La grandine è la più pericolosa tra le calamità naturali.

Gabriele Elia   
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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