POLICORO
– Il 29 luglio doveva essere il giorno della verità sulla vertenza dell’azienda
agricola Conte/Ergastolo venduta all’asta ma i cui proprietari non sono ancora
entrati in possesso dell’immobile ubicato nel Comune di Tursi, subito dopo le
colonne di viale Matera che delimitano il confine tra Policoro e la città di A.
Pierro. Gianni Fabbris e gli agricoltori di Soccorso contadino per la quarta
volta dal mese di marzo in poi hanno impedito all’ufficiale giudiziario di
notificare l’immissione in possesso del bene immobile. Già dalla mattinata di
ieri in piazza Eraclea dove Leonardo Conte dal 20 luglio e fino al 29 ha
montato un gazebo e iniziato lo sciopero della fame c’era un’aria tesa. Le
forze dell’ordine, Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili di Policoro
presidiavano la piazza sin dalle 08:30. Poco dopo Gianni Fabbris arriva in
piazza e dà ai suoi collaboratori le indicazioni su come si deve evolvere la
giornata: cercare il compromesso per salvare l’azienda, in caso contrario il
nome di chi ha comprato farà il giro d’Italia; altro passaggio importante:
irregolarità nella procedura esecutiva, e in questo è affiancato dall’avvocato
Antonio Melidoro. Poi la carovana di mezzi parte dandosi appuntamento in via
Colombo e dirigersi in contrada “Madonnelle” e dunque viale Matera. Proprio al
confine vengono fatte fermare le automobili, qualche furgone e c’è anche il tre
ruote di Giuseppe D’Alessandro, altro amico storico di Fabbris, con i Vigili di
Policoro che danno il cambio a quelli di Tursi. Si prosegue a piedi e le parti
sono distanti non solo metaforicamente. Da un lato i sostenitori/moralisti
della famiglia Conte, guidati sempre da Fabbris; dall’altro lato il legale
dell’acquirente, un vicino di casa degli stessi Conte, l’ufficiale giudiziario,
un delegato del Tribunale di Matera e un consulente. In mezzo le forze
dell’ordine, in particolare il dirigente del locale commissariato, Cirelli,
affiancato da agenti in divisa e borghese. Intorno alle 09:30 ci si ritrova
vicino la masseria. La tensione sale sempre di più tanto che si taglia a fette
in una mattinata calda e nemmeno i confinanti si affacciano dal balcone per
vedere cosa succede. In questo lembo di territorio la pace regna sovrana e un
assembramento di tante persone non la si vedeva da tempo. Il cancello
dell’azienda è chiuso con un catenaccio e qualcuno ha pensato bene di aprire il
recinto dei porci, all’interno, a sua difesa. Ci si guarda negli occhi, e
nemmeno i tre fabbri chiamati dai nuovi proprietari per forzare il catenaccio
non sanno cosa fare. Ci si chiede: e ora?
Alle 10:00 le parti si incontrano con Cirelli nei panni di mediatore della
trattativa. Fabbris chiede di mettere a verbale alcune dichiarazioni e
incongruenze ma secondo l’ufficiale giudiziario non avrebbe i titoli. I
consulenti della controparte chiedono di entrare nell’azienda. A questo punto
Fabbris dà l’ordine ai suoi: “Ragazzi tutti di fronte il cancello!”. Margini di
trattativa non ce ne sono più e anche le forze dell’ordine devono prenderne
atto. Si ritorna allora al muro contro muro e le parti si dividono anche
fisicamente: i sostenitori di Fabbris di fronte il cancello, gli altri più
defilati. Anche l’ufficiale giudiziario si trova spiazzato. Nel frattempo
arriva la notizia che Leonardo Conte, rimasto in piazza Eraclea, è stato
portato in ospedale per accertamenti dopo dieci giorni di sciopero della fame.
I telefoni degli agenti di pubblica sicurezza squillano per sapere il da farsi
e sono in stretto contatto con la Questura e il suo massimo rappresentante
Panìco. In tarda mattinata Cirelli prende atto che non ci sono le condizioni di
ordine pubblico per procedere all’esecuzione immobiliare e si rapporta con i
consulenti della parte acquirente e ufficiale giudiziario. Prossimo appuntamento
il 25 agosto alle 09:00. Anche questo round se lo è aggiudicato ai punti, come
gli altre tre, Fabbris. L’azienda Conte non ha ancora un vero proprietario.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
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