giovedì 31 luglio 2014

L’azienda Conte non ha ancora un proprietario



POLICORO – Il 29 luglio doveva essere il giorno della verità sulla vertenza dell’azienda agricola Conte/Ergastolo venduta all’asta ma i cui proprietari non sono ancora entrati in possesso dell’immobile ubicato nel Comune di Tursi, subito dopo le colonne di viale Matera che delimitano il confine tra Policoro e la città di A. Pierro. Gianni Fabbris e gli agricoltori di Soccorso contadino per la quarta volta dal mese di marzo in poi hanno impedito all’ufficiale giudiziario di notificare l’immissione in possesso del bene immobile. Già dalla mattinata di ieri in piazza Eraclea dove Leonardo Conte dal 20 luglio e fino al 29 ha montato un gazebo e iniziato lo sciopero della fame c’era un’aria tesa. Le forze dell’ordine, Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili di Policoro presidiavano la piazza sin dalle 08:30. Poco dopo Gianni Fabbris arriva in piazza e dà ai suoi collaboratori le indicazioni su come si deve evolvere la giornata: cercare il compromesso per salvare l’azienda, in caso contrario il nome di chi ha comprato farà il giro d’Italia; altro passaggio importante: irregolarità nella procedura esecutiva, e in questo è affiancato dall’avvocato Antonio Melidoro. Poi la carovana di mezzi parte dandosi appuntamento in via Colombo e dirigersi in contrada “Madonnelle” e dunque viale Matera. Proprio al confine vengono fatte fermare le automobili, qualche furgone e c’è anche il tre ruote di Giuseppe D’Alessandro, altro amico storico di Fabbris, con i Vigili di Policoro che danno il cambio a quelli di Tursi. Si prosegue a piedi e le parti sono distanti non solo metaforicamente. Da un lato i sostenitori/moralisti della famiglia Conte, guidati sempre da Fabbris; dall’altro lato il legale dell’acquirente, un vicino di casa degli stessi Conte, l’ufficiale giudiziario, un delegato del Tribunale di Matera e un consulente. In mezzo le forze dell’ordine, in particolare il dirigente del locale commissariato, Cirelli, affiancato da agenti in divisa e borghese. Intorno alle 09:30 ci si ritrova vicino la masseria. La tensione sale sempre di più tanto che si taglia a fette in una mattinata calda e nemmeno i confinanti si affacciano dal balcone per vedere cosa succede. In questo lembo di territorio la pace regna sovrana e un assembramento di tante persone non la si vedeva da tempo. Il cancello dell’azienda è chiuso con un catenaccio e qualcuno ha pensato bene di aprire il recinto dei porci, all’interno, a sua difesa. Ci si guarda negli occhi, e nemmeno i tre fabbri chiamati dai nuovi proprietari per forzare il catenaccio non sanno cosa fare. Ci si chiede:  e ora? Alle 10:00 le parti si incontrano con Cirelli nei panni di mediatore della trattativa. Fabbris chiede di mettere a verbale alcune dichiarazioni e incongruenze ma secondo l’ufficiale giudiziario non avrebbe i titoli. I consulenti della controparte chiedono di entrare nell’azienda. A questo punto Fabbris dà l’ordine ai suoi: “Ragazzi tutti di fronte il cancello!”. Margini di trattativa non ce ne sono più e anche le forze dell’ordine devono prenderne atto. Si ritorna allora al muro contro muro e le parti si dividono anche fisicamente: i sostenitori di Fabbris di fronte il cancello, gli altri più defilati. Anche l’ufficiale giudiziario si trova spiazzato. Nel frattempo arriva la notizia che Leonardo Conte, rimasto in piazza Eraclea, è stato portato in ospedale per accertamenti dopo dieci giorni di sciopero della fame. I telefoni degli agenti di pubblica sicurezza squillano per sapere il da farsi e sono in stretto contatto con la Questura e il suo massimo rappresentante Panìco. In tarda mattinata Cirelli prende atto che non ci sono le condizioni di ordine pubblico per procedere all’esecuzione immobiliare e si rapporta con i consulenti della parte acquirente e ufficiale giudiziario. Prossimo appuntamento il 25 agosto alle 09:00. Anche questo round se lo è aggiudicato ai punti, come gli altre tre, Fabbris. L’azienda Conte non ha ancora un vero proprietario.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano del Sud)

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