mercoledì 11 giugno 2014

Carabiniere salva viandante sulla 106

POLICORO – Lo scorso 1 giugno sulla strada statale 106 in direzione Reggio Calabria ci stava scappando il morto. All’altezza della rampa di lancio di fronte il distaccamento dei Vigili del fuoco di via Lazio, un individuo circolava come se stesse nel proprio giardino di casa anziché su una strada a scorrimento veloce dove in passato, purtroppo, non sono mancati incidenti anche mortali. La fortuna ha voluto che l’uomo, Antonio Carbonara, si imbattesse in un militare dell’Arma, G. Pisano, il quale notava l’individuo in chiaro stato confusionale camminare disorientatamente sulla strada.  “Non avendo però –dichiara il militare- le giuste condizioni di sicurezza non ho potuto arrestare la marcia del mio veicolo, proseguendo così sino all'uscita successiva, ossia l'area di servizio Lo Sgranocchio. Immediatamente imboccavo la complanare direzione Taranto per ritornare allo svincolo precedente occupato dall'individuo, al fine di accertarmi le sue sane condizioni fisiche. Giunto sul posto, in sicurezza e qualificandomi immediatamente e secondo la procedura, chiedevo i documenti identificativi al soggetto il quale ne era momentaneamente sprovvisto; lo stesso era in lieve stato agitativo ed oltre alle evidenti macchie di sangue sugli abiti aveva una ferita lacero contusiva all'altezza del mento. Mi riferiva che si chiamava Antonio Carbonara nato a Taranto ma residente a Colobraro e si trovava  a Policoro a seguito di una caduta accidentale nel suo appartamento alle ore 16:00 circa. Subito dopo la caduta era stato accompagnato presso il pronto soccorso di Policoro a mezzo ambulanza per eseguire le medicazioni ed i necessari accertamenti;  pertanto dopo essere stato visitato e medicato era stato dimesso. Non avendo alcun parente che lo venisse a prendere aveva deciso di intraprendere il cammino verso casa chiedendo passaggio in modo pericoloso.  Accertandomi della non pericolosità del soggetto, per motivi di sicurezza, al fine di prevenire eventi spiacevoli, ho deciso di far salire il sig Antonio sulla mia autovettura ed accompagnarlo personalmente presso la propria abitazione sita in Colobraro.  Una volta saliti in macchina ho telefonato ad un collega di Colobraro per chiedere informazioni in merito al sig. Carbonara, il quale mi riferiva che era a loro conosciuto in quanto lo stesso ha seri problemi diagnosticati e che era in atto una richiesta di Tso.  Preciso che il sig Antonio, durante il tragitto ha risposto a tutte le mie domande in modo sensato, alcune volte era dislessico forse a causa delle medicine da lui prese quotidianamente, escludo l'abuso di alcol perché non ne presentava i sintomi, non aveva l'alito alcolemico e si ricordava perfettamente nomi date ed eventi nonostante gli abbia ripetuto le stesse domande a distanza di qualche minuto. Alle ore 20:15 circa lo accompagnavo, grazie anche alla collaborazione di due signore, a casa”. Come possono strutture sanitarie dove si presume ci siano professionalità definite lasciare libero una persona, dopo una visita, poco lucida mettendone a rischio la sua e altrui vita?

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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