POLICORO – Nella notte tra martedì e mercoledì scorso un uomo di 52 anni, Franco Martino, è morto in riva allo Jonio nella città di Policoro dopo essere caduto su uno scoglio mentre stava
pescando. Secondo una prima ricostruzione del fatto, l’uomo ha avuto un malore, forse aneurisma, ed è caduto sullo scoglio battendo pesantemente la testa. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, i sanitari del 118 e i Carabinieri. Martino gestiva un negozio di vicinato “Bar&Bar” in viale Salerno a pochi metri dall’ospedale civile “Giovanni Paolo II”. Seppur relativamente giovane era molto conosciuto in città sia perché esercitava il suo lavoro autonomo con molta professionalità, sia perché è stato da sempre nel settore. Infatti sin da ragazzo prese in gestione il bar “Cin Cin” in via Caltanissetta nella seconda metà degli anni ’80 e subito riferimento di tanti residenti, insieme al Bar Tunnel, del popoloso rione del Quartiere Italia (ex II Piano di zona) che proprio in quegli anni era tra i primi quartieri nuovi dell’attuale città di Policoro, poi letteralmente esplosa in agglomerati urbani. Poi sul finire degli anni ’80 si trasferì definitivamente in viale Salerno nei locali nuovi commerciali della zona dove continuava ad esercitare il suo lavoro con una clientela fidelizzata anche di altri rioni, tra cui appunto gli ex avventori di via Caltanissetta. I quali non lo avevano abbandonato recandosi con frequenza nel suo bar per il caffè, l’aperitivo e semplicemente per stare in compagnia. Franco Martino è stato sempre buono d’animo, da qui il suo seguito di amici e clienti. Aveva da sempre la passione per il calcio, era tifoso dell’Inter, che praticava anche a livello amatoriale e la pesca. Purtroppo quest’ultima gli è stata fatale. In casi come questi si può scomodare la retorica più varia per ricordare una persona che non c’è più fisicamente, però per il carattere che aveva Franco Martino sarebbe più giusto ricordarlo in silenzio, come si fa con tutte quelle persone che nella loro vita si sono distinte per i fatti sia umani che materiali portando avanti con grande dignità un’attività commerciale da cui traeva fonte di reddito per mantenere la famiglia: moglie e due figli.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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