POLICORO - E’ ormai battaglia legale tra l’associazione “Cittadini Attivi di Via F.Fellini”, presieduta da Carmela Angela Zicari, patrocinata dall’avvocato Giovanna Bellizzi e la dirigenza dell’Azienda sanitaria materana, sul prossimo trasferimento del Servizio per la riabilitazione della Tossicodipendenza nel popoloso rione di Policoro. La decisione è l’effetto di una delibera, emanata un anno fa dalla dirigenza Asm. Nei giorni scorsi, l’avvocato Bellizzi ha segnalato la questione a tutti gli organi regionali preposti, oltre che alla Procura di Matera, al tribunale dei minori ed alla Corte dei conti. Infatti, questa volta il legale dell’associazione dei residenti eccepisce alcune questioni di natura finanziaria tra l’Asm, in quanto azienda pubblica, e il privato locatore dell’immobile. «Oltre alle già rilevate questioni che rendono illegittimo il provvedimento, come la grave violazione del diritto alla privacy degli utenti del Ser.T espressamente imposte alle aziende sanitarie –spiega l’avvocato- e il problema dell'ubicazione nel medesimo edificio anche di una Casa famiglia
per l'infanzia in affido su disposizione dell'autorità giudiziaria, dalla lettura della delibera emergono numerosi elementi di criticità. In effetti, l'Asm individua i beni immobili della società come idonei all'uso, senza aver disposto alcun avviso pubblico per la ricerca di locali da affittare all'azienda sanitaria. Inoltre, la dirigenza e amministrazione sanitaria determinano un canone di locazione di 6 euro a metro quadrato. Tali canoni sono comprensivi delle spese di ristrutturazione che il locatore dovrà sostenere per adeguare i locali alle esigenze dell'Asm; oneri di ristrutturazioni già definiti e da corrispondere in rate semestrali anticipate. Tuttavia, nel contratto di locazione si precisa che “il locatore si impegna a effettuare tutti i lavori di adeguamento dell'immobile. Tutti gli oneri derivanti dalla progettazione, esecuzione lavori e collaudi, sono a carico del locatore”».A questo punto,l’avvocato Bellizzi rileva «l'assoluta non corrispondenza tra lo schema del contratto che pone a carico del locatore gli oneri di ristrutturazione, con quanto indicato nella la delibera, con conseguente nullità e illegittimità della delibera. Poi c’è l'omessa indicazione del costo complessivo dei lavori di ristrutturazione, oltre al fatto che l'Asm non ha neanche previsto un limite di tempo oltre il quale configurare compiutamente rimborsato tali oneri al locatore. Risulta, così, concreto il pericolo di ripetere, nel tempo, il pagamento degli oneri, con danno per il bilancio dell'Asm». Per questo l’avvocato rinnova la sua diffida a dare seguito alla delibera in questione. «La circostanza è tanto più rilevante se si considera che l'azienda sanitaria ha convenuto un maggior canone di locazione non solo per la nuova superficie da adibire a Ser.T ma anche per i locali già adibiti a 118, Commissione invalidi e Medicina dello sport. La richiesta –conclude il legale- è legittima e opportuna, perchè finalizzata alla partecipazione attiva e democratica dei cittadini, e la sua evasione da parte dell'Asm potrà costituire concreta espressione del principio dell'imparzialità e trasparenza nella gestione dell'azienda sanitaria. Rimane, però, concreta l'omessa risposta dell'Asm su tutte le questioni ripetutamente segnalate con diffida legale».
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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