mercoledì 11 maggio 2011

Via la fisioterapia da Policoro. La protesta dell’associazione “Stelle d’Argento”

POLICORO – Tiene ancora banco nella città jonica l’ormai certo abbandono del reparto di fisioterapia dal nosocomio “Giovanni Paolo II” a quello di Tinchi di Pisticci. Dopo la pubblicazione della delibera da parte dell’Asm (Azienda sanitaria Materana) con la quale si riordina il sistema ospedaliero territoriale, l’associazione policorese “Stelle d’Argento” guidata da Paolo Consalvo protesta a viva voce. “Esattamente un anno fa era nell’aria questo trasferimento e noi, insieme al comitato pro-ospedale lo abbiamo sempre rimarcato in tutte le assemblee pubbliche dove si è parlato di ridimensionamento del presidio sanitario policorese. Non per campanilismo, ma perché ritenevamo giusto mantenere in loco il servizio che serve numerosi cittadini, la maggior parte dei quali non più giovanissimi e dunque con difficoltà di spostamenti. Oltretutto la Basilicata con gli atavici problemi di infrastrutture che si porta dietro da anni non garantisce nemmeno i servizi minimi con gravi danni per noi anziani, alcuni dei quali non guidano nemmeno più. Tuttavia mi impegnai insieme ai miei soci di raccogliere le firme contro questo spostamento ma nessuna istituzione locale mi ha risposto. Anzi paradossalmente l’unico ad avermi risposto, seppur in maniera vaga con un “verificherò…”, fu il ministro alla Salute Ferruccio Fazio. Gli altri fecero cadere nel dimenticatoio 2000 firme e questo mi rammarica molto anche perché a firmare furono cittadini non solo di Policoro ma tutto il circondario. Segnale questo di una certa preoccupazione che serpeggiava tra la popolazione per lo spostamento del servizio. Qui a Policoro nessuno si è mai lamentato della fisioterapia intesa come servizio alla persona e anche per la logistica dei collegamenti tra Policoro e Comuni limitrofi. Oggi però registriamo un’inversione di tendenza dell’Asm inspiegabile con la scelta di Tinchi, limitando a Policoro solo la riabilitazione per acuti. A questo punto non ci rimane altro che scendere in piazza e protestare vivamente, magari proprio all’ingresso del presidio di viale Salerno, per far sentire tutta la nostra netta contrarietà”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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