POLICORO – I parrocchiani
che per anni sono stati al fianco di Don Carlo Ferrarotti, già parroco della
chiesa Maria SS del Ponte (chiesa Madre) di piazza Eraclea, in questi giorni
hanno raccolto delle firme e inviato una missiva al vescovo della diocesi
Tursi-Lagonegro, Mons. Francesco Nolè, per richiamare l’attenzione di Sua
Eccellenza proprio nei confronti del sacerdote che per una cinquantina di anni
è stato pastore di anime di una delle parrocchie storiche della città di
Policoro risalente alla Riforma Fondiaria. I fedeli scrivono: “I sottoscritti
di questa breve lettera, tutti di fede Cristiana, desiderano testimoniare la
loro solidarietà, il loro attaccamento, la loro fiducia, la loro stima verso
don Carlo Ferrarotti, Sacerdote dedito alla Chiesa, soccorritore delle persone
povere, di ammalati, di chi ha bisogno del conforto della Parola del Signore,
mite ed equilibrato.! Costui, in questo periodo, è oggetto di atti scellerati
da parte di qualcuno che vuole male alla chiesa, in primo luogo, e poi al
soggetto da impallinare, per umiliarlo nel peggiore dei modi.! Questo
spregiudicate assalto, di cui non conosciamo il fine, ma lo supponiamo, offende
la nostra comunità, accudita e sostenuta da don Carlo per moltissimi anni in
ogni richiesta ed in ogni espressione.! E di ciò, tutti i firmatari potrebbero
raccontare episodi di bontà d’animo, di fratellanza, di diffusore, umile e
bonario, della parola di Cristo.! Per questo motivo, Eccellenza, noi tutti esprimiamo
molta indignazione e rabbia verso coloro che, usando il libero arbitrio,
diffamano con menzogne incredibili, un Sacerdote sol perchè è religioso e,
quindi, facilmente vulnerabile ed indifeso.! La rabbia si fa ancora più forte
perchè questo scempio viene rivolto per colpire il cuore di una persona
anziana.! Dov’è il rispetto e la carità Cristiana ? Non certo negli accusatori
o di chi da loro una mano.! Essi non hanno rispetto dell’uomo, figuriamoci se lo
hanno verso Gesù.! Nel ringraziarla per la bontà e la pazienza avuta nell’accettare
le nostre rimostranze, devotamente la salutiamo”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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