POLICORO – Stanno girando per le
scuole lucane da qualche anno Tania Pisani e Nicola Latronico, la prima vedova
del Carabiniere Claudio Pezzuto e il secondo brigadiere capo, vittima dovere
vivente dell’Arma, per una serie di incontri sulla legalità e l’educazione
civica più in generale. Nella mattinata del 15 maggio sono stati ospitati,
accompagnati dal capitano Michelangelo Lobuono della Compagnia di Policoro, dal
liceo scientifico “E. Fermi” del centro jonico che ha in Leonardo Giordano il
dirigente scolastico, il quale ha fatto gli onori di casa. La signora Pezzuto
nel ricordare la figura del marito, medaglia d’oro al valore militare,
scomparso nel 1992 per mano di due killer della camorra che erano stati fermati
ad un posto di blocco a Pontecagnano (Sa) salvando dal fuoco omicida alcune
persone che si trovavano nei pressi del controllo, ha sostenuto che Claudio era
un vero carabiniere, “sempre ligio al dovere nel suo lavoro, non un militare
per caso, di quelli che si arruolano solo per avere un posto ma carabiniere per
vocazione”. E la signora Pisani ha raccontato anche un aneddoto di quanto il
marito durante il presidio di un seggio elettorale la accompagnò all’autobus e
durante il percorso involontariamente venne strattonata da un colonnello
dell’Arma: “ebbene Claudio si mise sugli attenti e salutò l’allora ufficiale
che oggi ha i gradi di generale”. Davanti ad alcune scolaresche dell’istituto
di Policoro, la signora Pisani ha detto agli studenti che nella vita si
troveranno sempre di fronte situazioni in cui bene e male si contrappongono tra
di loro, e in questa dura lotta alla lunga vince sempre il bene; ossia chi sta
dalla parte della legge, del giusto e di chi si prodiga nell’aiutare il
prossimo in difficoltà. Insieme a lei, a nome anche dell’associazione “Vittime
del dovere” nata a Monza, Nicola Latronico che dal 2010 con Decreto del
presidente della Repubblica è stato dichiarato vittima del dovere vivente. Egli
rinverdisce il suo glorioso passato: nel
1996 a Tortora (Cs) salva due anziani durante un incendio avvenuto in casa
degli stessi coniugi e per il quale gesto riceve un encomio dal generale
comandante dei Carabinieri di Calabria; nel 2008 si ripete, purtroppo, la
stessa situazione a Terranova (Pz); anche in questo caso salva la vita ad un
ragazzo ma riporta delle gravi ferite alla spalla e braccio che non gli consentono
più di rimanere in servizio: “ma io –osserva- mi sento carabiniere sempre e
sono orgoglioso di questa scelta a prescindere da ciò che mi è successo. Quando
si presta giuramento non si può più tornare indietro: carabiniere per la gente,
tra la gente e con la gente”, e questo suo motto lo si può vedere osservando il
suo volto. Ha i capelli rasati con un ciuffo alzato verso destra: è come la
fiamma ardente che si vede sul cappello di un Carabiniere.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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