POLICORO
- La legge delega sulla povertà segna un momento significativo nel nostro Paese!
Con la sua approvazione, avvenuta in Senato mercoledì scorso, giunge a
conclusione il lavoro svolto dal Parlamento: “da tempo le ACLI evidenziano la
necessità di un impianto normativo – dice Raffaele Palmieri
– presidente del circolo cittadino dell’associazione - che coniughi da una
parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un
Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà
assoluta” che sono oltre un milione e duecentomila”.
Dopo
il passaggio alla Camera dello scorso luglio 2016, con l’approvazione da parte
del Senato della Legge delega sulla povertà, per la prima volta nella storia del
nostro Paese il Parlamento ha definito una reale misura di contrasto alla
povertà assoluta.
Si
tratta di un primo passo in avanti, pur nella consapevolezza della necessità di
una decretazione attuativa all’altezza della sfida: vale a dire uno strumento di
lotta ancora più concreto e deciso alla povertà, capace di includere le persone
e le famiglie più povere.
Va riconosciuto l’impegno della
presidenza nazionale delle ACLI che con “L’Alleanza contro la povertà” (un
gruppo di oltre 20 associazioni nazionali di volontariato e promozione sociale),
ha sostenuto, in diversi modi, questa importante battaglia. Così come vanno
ricordate con gratitudine le parole d’incoraggiamento che, in occasione del suo
Messaggio di fine d’anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha
rivolto a chi si batte per contrastare la povertà in Italia.
L’obiettivo
– conclude Palmieri – rimane l’effettiva universalità della prestazione,
dentro una strategia di rafforzamento del sistema dei servizi. Auspichiamo che
attraverso i decreti delegati si prosegua nella direzione più inclusiva indicata
dalla associazioni, arrivando a sostenere i più deboli, con una serie di
provvedimenti correlati di inclusione sociale e riavviamento ai percorsi
lavorativi, perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo,
perdendo, così, il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di
svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale».
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