POLICORO – Piazze vuote e poche idee. A poco meno di due settimane dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale, l’atmosfera pre-elettorale non si respira per nulla in città. Eppure non mancherebbero gli argomenti e nemmeno i candidati visto che negli apposti spazi elettorali ci sono partiti e potenziali consiglieri a go-go come se fosse una tornata elettorale comunale. Finora però, nel momento in cui scriviamo (15 marzo), nel luogo per antonomasia dell’incontro tra candidato ed elettori, la piazza, c’è stato solo un comizio. Si è perso così il contatto diretto, la semplice stretta di mano, una parola di conforto, un consiglio, un incoraggiamento…Tutto sembra morfinizzato facendo regnare l’indifferenza. Anche le stesse sezioni di partiti tradizionali, una volta collettori di idee e fucina di classe dirigente, non pullulano più di persone. Vicino qualche comitato per poche ore la giornata si intravede qualcuno, per il resto è tutto piatto. Forse troppo distante è il Palazzo dai bisogni della gente, ma anche la gente è troppo lontana dalla politica e chiusa in se stessa. Non c’è partecipazione in una delle città più grandi della regione, ma credo che anche altrove in Lucania sia così. Eppure in una competizione elettorale territoriale così importante come le regionali, soprattutto in una regione con una densità di popolazione così bassa –meno di 600 residenti- la campagna elettorale dovrebbe essere più sentita proprio perché ci conosciamo tutti; perché, purtroppo, i problemi non mancano e perché le stesse Regioni dopo l’approvazione dei decreti attuativi del Governo centrale relativi al federalismo fiscale saranno dei veri e propri mini-Stati per le competenze e le risorse che gestiranno. Non è forse un motivo valido per sentirsi tutti più protagonisti indipendentemente da come la si pensi? Almeno a Policoro no! E’ altrettanto vero però che gli stessi candidati, tolta qualche eccezione che si può contare sulla punta delle dita di una mano, non hanno esternato uno straccio di programma, forse inconsapevoli anche loro dei problemi reali, presi soltanto ad affiggere manifesti, intenti solo a criticare e ad incontrare la gente in luoghi chiusi e ristretti a pochi intimi: il contrario di quello che è la politica. Sostanza e non forma. Essere presenti ad una competizione così importante per il destino delle nostre già tristi realtà non può essere ridotto soltanto ad un: “c’ero anch’io…” e raccontarlo domani ai nipoti come se fosse un gioco; ma una competizione elettorale regionale (sic) è soprattutto: conoscenza del territorio e dei suoi problemi, amore per il riscatto della propria terra e idee. Quelle che mancano, purtroppo, in una campagna elettorale fredda e senz’anima come quelle dei regimi totalitari dove esisteva solo il partito-Stato.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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