Il Cam (Comitato agricolo del Metapontino) da ieri (lunedì 22 marzo) è ufficialmente in sciopero contro la crisi che attanaglia il settore agricolo da tempo immemorabile. E come la punta di un iceberg ha raggiunto ormai il livello di guardia. Dopo le manifestazioni di piazza Aldo Moro; la 106 jonica prima a Metaponto e poi di fronte il centro ricerche della Trisaia di Rotondella; la centralissima piazza Eraclea con l’occupazione del campanile della chiesa madre SS. Maria del Ponte dei mesi scorsi (quest’ultima il 27 ottobre); ora il Cam, neonato comitato spontaneo che raggruppa operatori del settore costituitosi un anno e mezzo fa, da ieri ha aperto ufficialmente la protesta anche contro Equitalia Spa, la società pubblica (51% del capitale in mano all’Agenzia delle Entrate e per il 49% dall’Inps) costituita dal Governo centrale per la riscossione dei tributi prima data in concessione ai privati e ora, con la nascita di questa nuova società, ritornata in mano pubblica. La sua attività in qualità di agente della riscossione serve a recuperare somme di imposte non pagate dal contribuente per poi trasferirle allo Stato. Tra le sedi dislocate su tutto il territorio nazionale ce n’è una anche in piazza Dante a Policoro, da ieri presidio degli agricoltori del Cam. Ovidio De Stefano, uno degli organizzatori, spiega: “Da mesi stiamo portando avanti una battaglia per il settore primario della nostra economia tra l’indifferenza generale, nel senso che nonostante tutti siano consapevoli dei problemi in cui versa il settore siamo solo noi ad essere in prima linea e qualche altra sigla fuori dal coro. La piattaforma programmatica rivendicativa è rimasta carta straccia finora e comprendente un pacchetto di agevolazioni che ci avrebbe dato una boccata d’ossigeno necessaria per farci vedere un barlume di luce in un tunnel buio, ad oggi, senza uno sbocco. E la crisi ci ha portati qui stamattina perché quando non si hanno i soldi nemmeno per tirare a campare come si fanno a pagare le tasse?”. Parole che suonano come un de profundis per l’agricoltura della fascia jonica tra le più intensive di tutta la regione ma nello stesso tempo, almeno a sentire i manifestanti, tra le più bersagliate dalla classe politica e da dinamiche esterne internazionali, prima fra tutte la concorrenza intra ed extra Unione europea. Ecco dunque il Cam chiedere il blocco dei pagamenti e dei pignoramenti in atto da parte di Equitalia fino a quando non ci saranno notizie da Bruxelles sulla prima, la madre di tutte le rivendicazioni, richiesta: la dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura. Infatti De Stefano sostiene che finora solo la procedura della regione Sicilia sia approdata sui tavoli della Commissione Ue, mentre quella di altre regioni, tra cui anche la Basilicata, sia ancora in qualche cassetto istituzionale e non si conoscono i motivi di questo “abbandono”. Infatti la declaratoria dello stato di crisi conterrebbe anche la moratoria delle cartelle esattoriali, di cui l’agente della riscossione da corso alla procedura esecutiva dopo la scadenza dei termini, e una serie di condizioni di favore per il rientro dei debiti con gli istituti di credito. A pochi giorni dall’apertura delle urne per il rinnovo del Consiglio regionale è senza dubbio una delle priorità che il prossimo Governo regionale dovrà affrontare. E comunque la protesta si farà sentire anche nei prossimi giorni.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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