POLICORO – Vertenza Conte, ancora un nulla di fatto.
Anche il secondo tavolo tecnico convocato dal sindaco di Tursi, Giuseppe
Labriola (centro destra), ha dato esito negativo e dunque le possibilità che le
parti trovino un accordo sono sempre più strette. Ricordiamo che la vicenda
dell’azienda agricola Conte/Ergastolo ubicata al confine tra Tursi e Policoro,
alla fine di viale Matera, ma nel territorio della città di A. Pierro, balza
agli onori delle cronache locali quando la stessa azienda viene messa all’asta,
per problemi non legati alla stessa azienda ma da altre vicende economiche
della stessa famiglia agli inizi degli anni’90, e acquistata da una famiglia
confinante per 80 mila euro. Da qui la protesta di Gianni Fabbris e di Soccorso
contadino che occupa la stessa azienda per motivi morali. Fabbris ha chiesto
sin dal mese di marzo una mediazione tra le parti affinchè non si speculi sul
lavoro e sulla vita delle persone con operazioni che egli stesso ha definito
immorali. La controparte che ha acquistato all’asta non si sarebbe presentata
mai, a detta di Fabbris, a nessun tavolo di confronto ultimo quello del 17
luglio scorso presso il Municipio di Tursi: “La controparte pensa di mettere le
mani –osserva Fabbris- per un tozzo di pane sulla vita e l'azienda di Angela e
Leonardo Conte, nonostante si fosse impegnata a partecipare per la seconda
volta ha disertato il tavolo. Nonostante
tutta la nostra buona volontà a ricercare e trovare un accordo qualcuno fa
finta di non capire e pensa di non dover rispondere dell'immoralità di un gesto
cui sarà chiamato a dare conto. Un paio di settimane fa l'Ufficiale giudiziario
venuto ad eseguire la presa in possesso dell'azienda di Angela e Leonardo aveva
sospeso la procedura di fronte alla presa d'atto che il sindaco di Tursi aveva
offerto la mediazione per trovare una soluzione ragionevole. Così il primo
tavolo è andato a vuoto e lo stesso dicasi per il secondo dell' altro giorno. Anche
questa volta la controparte non si è presentata preferendo, evidentemente, la
strada di non rispettare la parola data e dimostrando fino in fondo la
strumentalità degli argomenti di chi da un anno e mezzo continua a far finta di
non capire. Ad ogni modo siamo intenzionati ad andare fino in fondo, anche
perchè noi siamo abituati a rispettare la parola data e consideriamo l'impegno
per difendere questa azienda come un impegno assunto nei confronti dei tanti e
tante che vivendo la crisi sono quotidianamente alla mercè di usurai e
sciacalli di ogni genere”. Tra le proposte più volte avanzate dagli occupanti
quella di rilanciare l’azienda con una nuova cooperativa all’interno della
quale può entrare anche la nuova proprietà; in seconda battuta la restituzione
degli 80 mila euro e magari qualcosa in più alla “nuova” proprietà.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
Nessun commento:
Posta un commento