POLICORO – Gli agricoltori di “Soccorso
contadino” continuano ad occupare l’azienda agricola di Leonardo Conte alla
fine di viale Matera, al confine tra il territorio di Policoro e quello di
Tursi rientrante da un punto di vista geografico in quest’ultimo. Così a
distanza di tre mesi Gianni Fabbris e i suoi sostenitori non mollano la loro
battaglia etica. A marzo bloccarono l’ufficiale giudiziario all’ingresso dei cancelli
dell’azienda e la stessa cosa avrebbero fatto nel pomeriggio del 30 giugno
quando il pubblico ufficiale era atteso in azienda per certificare il passaggio
di proprietà dalla famiglia Conte/Ergastolo a una nuova di cui il nome non è
stato fatto, anche se si tratterebbe di vicini di casa della stessa famiglia che
avrebbero comprato beni di confinanti messi all’asta. La procedura parte nel
gennaio 2013 quando si certifica il fallimento della famiglia Conte con parte
dei beni, in questo caso l’azienda agricola con annesso casolare di 17 ettari
totali, messi all’asta per onorare i debiti. Secondo Fabbris e soci
l’operazione sarebbe stata preceduta da un incontro a porte chiuse a Matera da
parte di gente senza scrupoli per “pilotare” l’asta. “Non si spiega altrimenti
–tuona Fabbris nella mattinata del 30- come proprietà di questo tipo che
valgono almeno 500 mila euro siano passate di proprietà per la modica cifra di
80 mila. Questa è una vera e propria speculazione tipica di quelle di
un’economia da guerra con persone facoltose che con la liquidità vogliono
comprare la vita e il lavoro delle persone. Perché di questo si tratta non solo
della semplice acquisizione di un patrimonio”. Fabrris sostiene che la
mobilitazione va avanti e non ha alcuna intenzione di fermarsi: “Da qui non ce
ne andiamo –continua- nemmeno se vengono con i carri armati perché c’è un
limite morale di fronte al quale non possiamo soprassedere. Volevamo un
incontro con i potenziali acquirenti che in questi mesi non si sono fatti vivi
e ora li invitiamo una seconda volta a battere un colpo anche per interposta
persona: troviamo un accordo bonario nell’interesse di tutti. Siamo disponibili
a ristorare gli 80 mila euro con l’aggiunta di qualcosa in più per restituire
questa azienda ai proprietari morali e così rilanciarla; oppure entrino anche
loro nella nostra cooperativa sociale perché noi di questa azienda vogliamo
farne una fattoria didattica con la coltivazione di prodotti biologici e orti”.
E a tal proposito Fabbris ha annunciato che ha costituito una cooperativa che
ha intenzione di rilevare, sempre presso il tribunale civile di Matera, gli
altri 7,5 ettari di terreni circostanti l’azienda ancora di proprietà della
famiglia Conte/Ergastolo e chiederà la tracciabilità degli 80 mila euro per la
prima asta. I mobilitatori hanno invitato al sit in anche il sindaco di Tursi,
Giuseppe Labriola (centro-destra), il quale in veste istituzionale ha
convocato, dietro sollecitazione di Fabbris, un tavolo concertativo tra le
parti- vecchia proprietà, nuova e occupanti- mercoledì 2 luglio presso lo
stesso Municipio per addivenire ad una soluzione che possa restituire splendore
ad un’ azienda che per anni è stata un modello del settore. Quindi anch’egli ha
auspicato un rilancio come accaduto in casi simili in Emilia Romagna. Inoltre
Fabbris ha consegnato una missiva a Don Salvatore De Pizzo, parroco della
chiesa Buon Pastore di Policoro, affinchè possa intercedere presso il vescovo
Mons. Francesco Nolè, “di rimettere a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo
ai nostri debitori”, chiedendo dunque un sostegno morale alla Curia. Infine non
dovrebbe mancare anche un interessamento della Regione Basilicata, nella
persona dell’assessore all’Agricoltura alla quale sempre Fabbris notificherà
una lettera, per sensibilizzare anche l’Ente sulla vicenda di questa azienda
chiedendone il coinvolgimento tramite il Psr (Piano di sviluppo regionale).
Alla manifestazione c’era anche l’avv. Antonio Melidoro che cura gli interessi
di “Soccorso contadino”; mentre Leonardo Conte ha affermato che i suoi guai sono
iniziati nel 1993 con la psicosi del morbo della mucca pazza.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
Nessun commento:
Posta un commento