POLICORO – Consiglio comunale
aperto agli interventi di cittadini, associazioni e istituzioni quello che si è
tenuto nel Palazzo di città nella serata del 15 luglio. All’ordine del giorno
(odg): “Ospedale di Policoro –quale futuro”. La discussione è scaturita dopo
una forte presa di posizione da parte dell’associazione Cittadinazattiva che
nei giorni scorsi aveva protestato chiedendo addirittura le dimissioni del
management e assessore regionale al ramo sul ridimensionamento del nosocomio di
viale Salerno di Policoro. Le critiche sono ricadute tutte sul Direttore
generale dell’Asm (Azienda sanitaria materana), Rocco Maglietta, mentre assente
in “contumacia” l’assessore regionale ai servizi alla Persona, Flavia Francioni.
Il Dg ha ascoltato con pazienza e in religioso silenzio per almeno un paio
d’ore gli interventi di amministratori locali, di maggioranza e opposizione di
Policoro; dei rappresentanti istituzionali di Comuni del comprensorio ed
entroterra lucano e alla massima assise hanno detto la loro anche sindaci dalla
Calabria jonica a dimostrazione di cosa rappresenti il presidio sanitario
“Giovanni Paolo II” non solo per Policoro ma anche per un’utenza che di questi
periodi aumenta sempre di più. Molti interventi sono stati ripetitivi ma tra i
quesiti e le rimostranze sollevate quelle che stanno più a cuore dei cittadini
e amministratori è: ridimensionamento del personale e servizi in alcuni
reparti; tagli generalizzati; posti letto che diminuiscono; poca partecipazione
e coinvolgimento alle scelte di politica sanitaria da parte di sindacati e
associazioni di categoria; disegno politico regionale di accorpare quasi tutti
i servizi a Potenza e Matera per frenare, soprattutto per il Madonna delle
Grazie della città dei Sassi, l’emigrazione verso i presidi sanitari della
vicina Murgia pugliese; carenza di sicurezza al Pronto soccorso; personale
mobbizzato se non in linea con le direttive dell’azienda; l’ospedale visto non
solo come punto salute ma anche struttura per alleviare i disagi dell’indigenza
e povertà che aumenta sempre di più; le sale operatorie aperte sino alle 14:00
e non tutti i giorni; liste d’attesa lunghe e impossibilità di effettuare
donazione di sangue. C’è chi ha chiesto anche il potenziamento attraverso le
royalties del petrolio anche per compensare la riforma del settore calabrese
che avrebbe chiuso ospedali periferici come quello di Trebisacce, chi il
ripristino di alcuni servizi, chi di tagliare altrove ma non nel settore
specifico della sanità e c’è stato anche chi ha sostenuto che la Basilicata è
stata una delle poche regioni del Sud Italia a non essere stata commissariata
per il deficit sanitario. Dal canto suo Maglietta ha replicato che per l’Asm
l’ospedale di Policoro rimane strategico nelle politiche aziendali e continuerà
ad essere un Psa (Pronto soccorso attivo) con il personale che supera le
trecento unità, promettendo un aumento dello stesso dopo che sarà terminato
l’iter per l’assunzione di 37 infermieri. Tra gli impegni presi quello del
raddoppio dei posti letto alla cardiologia e l’arrivo nello stesso reparto di
un altro medico; parallelamente anche l’Utic sarà potenziata e un’attenzione
particolare dell’Asm, a suo dire, sarà dato al reparto di ginecologia e
rianimazione. Inoltre, sempre a parere di Maglietta, il turn over sanitario
sarà utilizzato per garantire gli standard delle prestazioni sanitarie. Sulle
liste d’attesa, il manager ha spiegato il criterio: classi di priorità, nel
senso che chi è più a rischio, e lo si evince dal referto medico, nel giro di
10 giorni viene visitato e ha preannunciato entro settembre l’arrivo di un
Otorino; mentre per il Pronto soccorso ne sono previste tre new entry dopo che
l’iter amministrativo procedurale lungo e complesso sarà terminato. Per la dialisi
non c’è nulla da fare: a Policoro non si può effettuare.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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