POLICORO – Gianni Fabbris e i
suoi contadini non lasceranno per nessuna ragione al mondo l’azienda agricola
Conte/Ergastolo alla fine di viale Matera nel territorio di Tursi confinante
con quello di Policoro. Il tavolo tecnico convocato dal sindaco della città di
A.Pierro Giuseppe Labriola, mercoledì 2, è andato deserto nel senso che la
famiglia che avrebbe acquistato all’asta l’azienda non si è presentata per
trovare una soluzione al caso. Così nella serata del 3 luglio nella sala
parrocchiale della chiesa Madre di Policoro, Fabbris ha illustrato ai presenti
gli altri step della protesta. Il 21 luglio ritornerà l’ufficiale giudiziario e
per quella giornata Fabbris ha in mente una grande manifestazione per portare a
livello nazionale questa protesta morale/etica come egli stesso l’ha definita.
Però nel frattempo che arrivi quella data un secondo tavolo tecnico sarà
riconvocato da Labriola per addivenire ad una soluzione bonaria. Il presupposto
di Fabbris e soci è sempre lo stesso: “Noi dall’azienda non ci muoviamo”, ha
ribadito ancora una volta il leader di Altragricoltura. Nello stesso tempo però
sul tavolo concertativo ci sono le soluzioni che egli stesso ha messo in campo:
la nuova proprietà si ritira riavendo gli 80 mia euro e magari anche qualcosa
in più; oppure entra anche la nuova proprietà nel progetto di rilancio
prospettata da Fabbris con la costituzione di una cooperativa sociale per la
coltivazione di prodotti biologici. Altre soluzioni sono poco percorribili,
almeno da quello che è emerso il 3 luglio. Fabbris ha intrapreso questa
battaglia di natura morale perché secondo egli stesso non si può acquistare un
bene di anni e anni di sacrifici per 80 mila euro quando, a suo dire, ne
varrebbe 500 mila. Oltretutto l’azienda continua ad essere attiva nel settore
agricolo, come rimarcato dalla stessa proprietà, o ex, dei coniugi Conte, i
quali hanno precisato che i problemi economici non riguardano l’azienda oggetto
di vendita all’asta ma di altri investimenti risalenti agli anni ‘90. Infine
sono uscite fuori altre iniziative: la costituzione di un comitato allargato
anche ad altre professionalità non necessariamente legate all’agricoltura e
l’acquisto tramite il primo Gat (Gruppo di azione territoriale) del Sud Italia,
la cui esperienza in altre parti della Penisola in vertenze simili ha dato
buoni risultati contro la crisi del settore agricolo che necessita, sempre a
parere di Fabbris, di un nuovo modello di governance produttivo.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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