Se i mostri siamo noi
Era il
1977 quando Edoardo Bennato cantava la
canzone “Dotti medici e sapienti” contenuta nell’album “Burattini senza fili”; un testo che sottolinea la totale incapacità degli adulti
di comprendere il mondo dei giovani.
Dopo 35 anni siamo stati capaci
di fare peggio; in nome di chissà quale “Progresso” abbiamo violato la vita di
un bambino di soli 10 anni e incurante dei suoi desideri e bisogni lo abbiamo
strappato alla sua casa, ai suoi giochi, ai suoi affetti; lo abbiamo tolto da
quella quotidianità che rassicura e da speranza. Quando ho visto quelle immagini e le
interviste dei giorni successivi in cui la vicenda veniva “analizzata” dai così
detti sapientoni (specialisti della mente, giudici e giornalisti) io non ho
potuto fare a meno di pensare che quel video in realtà rappresenta la
testimonianza del fallimento totale di
noi poveri adulti.
Ha fallito la famiglia, le istituzioni, la
società, la branca della medicina
chiamata psichiatria e hanno fallito anche le scienze psicologiche.
Esistono persone che
giocano a fare i genitori, che a causa della loro solitudine, usano i figli
come merce di scambio, nella migliore delle ipotesi o, come strumento per
perpetrare ritorsioni e vendette. Perché deve essere il figlio a prepare la
valigia quando i genitori si separano? Il bambino dovrebbe avere una fissa
dimora ed essere il padre o la madre a spostarsi. Questo sarebbe un modello di
civiltà che rispetta e tutela i diritti
del minore.
E invece facciamo
parte di una società malata di egoismo che, nonostante secoli di pedagogia e di
“psi” è incurante dei bisogni
dell’Altro” e, come un perverso narcisista, impone e giustifica l’uso del poter
e della forza per raggiungere i propri fini.
Delle Istituzione, in cui giudici, avvocati e
tribunali che dovrebbero elevarsi a modello esemplare di rettitudine, non si
spostano di un palmo dal funzionamento patologico di quei comportamenti che
vanno a giudicare e sui quali emettono sentenze.
E poi la
disinformazione portata avanti da alcuni giornalisti che a mio avviso per i
danni che procurano dovrebbero solo cambiare mestiere. Mi riferisco ancora al
video, e precisamente a quando il funzionario di polizia dice alla zia del
bambino “…lei non è nessuno”. Questa espressione non è come alcuni vogliono far
credere, “manipolazione ad hoc” decontestualizzata e pertanto non
veritiera. E’ peggio. E’ follia pura e
le parole del direttore del giornale Avvenire pronunciate due domeniche fa
all’Arena di Giletti ne sono un esempio. Il direttore dice: ”..provate a far
scorrere le immagine togliendo l’audio e a metterci delle risate o una musica
rilassante, vedrete che tutto apparirà meno drammatico…!!!” Ma ci rendiamno
conto! E questo solo perché si stava dando troppa enfasi a quelle immagini che
a suo avviso erano “manipolate per fare scoop. E’ troppo! Mi viene solo da
urlagli “MOSTRO”; ma a quale specie
animale appartiene; come si possono partorire frasi così miope, becere, folli. Questa è pazzia pura; è perdere ogni
contattao con la relatà. Mi chiedo e vi chiedo PERCHE’? Perché tutte queste
speculazione inutili, perverse, così distante dall’unico aspetto importante,
fondamentale e sacro santo quale è: il desiderio e il bisogno di quel bambino
che vuole stare con la mamma. L’ha detto chiaramento e lo ha dimostrato
opponendo resistenza con tutte le sue forze. Perché negare questo fatto? Perché
minimizzare? Perché neghiamo l’evidenza? E che razza di padre è quello che usa
la forza per trascinarlo via dal suo ambiente e costringerlo a stare con lui. O
di quella madre che elenca al figlio tutte le cattiverie, vere o presunte del
padre.
Noi invece, incuranti
del bambino, e dall’alto della nostra saggezza lo abbiamo portato nella casa
protetta. Ma protetta da chi se i mostri siamo noi?
Per fortuna a
restituirmi un senso in questo oceano mediatico di no–senso, sono state due
persone: il Professor Luigi Cancrini, il quale ha sottolineto l’importanza di
ascoltare e soddisfare i bisogni del ragazzo (è’ da anni che si batte perché
gli adulti imaprino ad ascoltare i desisderi e i bisogni dei bambini /ragazzi)
e il giornalista di “Chi l’ha visto”, Pino Rinaldi, il quale con molta fatica,
ha ricordato che quel video è un fatto. Mandato in onda con l’intento di
sottolineare una barbarie commessa nei confronti di un minore, da parte di
adulti che dovrebbero tutelare la sua crescita fisica e psicologica. Mi sembra di vivere un paradosso. Se non fosse per Internet e per i
cellulari potrei dire che stiamo vivendo un secondo “Basso Medio Evo”, speriamo
che non debbano passare altri mille anni per un nuovo “Risorgimento”.
Carmela Vitale
Psicologa (Policoro)
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