POLICORO – Nella serata del 1 luglio nel Palazzo di città dall’Amministrazione comunale di centro destra che governa la città dal 2012 ha convocato il Consiglio comunale straordinario, aperto al pubblico, sul futuro dell’ospedale “Giovanni Paolo II” del centro jonico in un’ottica di riforma del sistema sanitario regionale. Il primo cittadino, Rocco Leone, ha parlato del locale nosocomio come presidio strategico non solo della fascia jonica lucana ma anche extraterritoriale; dell’eccessivo carico di lavoro sopportato dal Pronto soccorso; di implementare i servizi con un ambulatorio di urologia e chirurgia d’urgenza e di analizzare punti di forza e debolezza di tutti gli ospedali prima di decidere dove tagliare i fondi. Il Direttore generale dell’Asm, Piero Quinto, non si è sottratto alle domande postegli durante la seduta, sostenendo che un manager è un esecutore della volontà politica e deve sottostare anche alla legge regolatrice del settore. Nella fattispecie ha citato il Dm 70/2015; legge 161/2014 e la 208/2015. In particolare il decreto ministeriale 70, a suo dire, classifica gli ospedali in base ai bacini d’utenza in termini di residenti di una regione e pertanto i parametri se non vengono rispettati porterebbe la Regione Basilicata al commissariamento della sanità, come accaduto ad altre regioni del Sud, sottoponendola ad un piano di rientro e tagli orizzontali da parte del commissario nominato dal ministero dell’Economia e finanze. E la Basilicata da questo punto di vista è una regione virtuosa poiché è stata rispettosa dalla normativa. Uno dei parametri che ha sottolineato è stato quello dei 2,9 posti letto per 1000 abitanti in ogni ospedale; così come quello delle nascite: sotto i 500 parti all’anno si rischia la chiusura dei reparti. In periodi di spending review, Quinto ha anche affermato di aver deliberato 900 mila euro per l’adeguamento dell’Utic di Policoro e camera ardente così come l’assunzione di 7 medici e 37 infermieri che saranno smistati negli ospedali della provincia materana. Sul personale Quinto ha aggiunto che maternità, legge 104 fanno sì che nei reparti ci sia carenza di personale, però non può violare la legge sul pubblico impiego pena sanzioni che ricadono sul rappresentante legale dell’azienda. Per quanto riguarda i ricoveri, Quinto ha spiegato che spesso ci si reca al Pronto soccorso senza necessità, citando 3 casi su 10, andando così a penalizzare coloro i quali hanno veramente bisogno di assistenza: codice rosso. Ha anche evidenziato gli sprechi della sanità lacuna: sale operatorie aperte dalle 20:00 alle 08:00 del mattino e 4 aziende sanitarie sarebbero troppe; meglio l’accorpamento di queste ultime, facendo ricadere gli ospedali acuti, Dea, tra cui anche quello di Policoro (oltre a Potenza, Matera, Villa d’Agri, Melfi, Lagonegro) in un’unica azienda e mettendo in rete tutti gli ospedali in una diversa organizzazione sanitaria regionale, non perdendo mai di mira l’obiettivo di garantire il servizio al cittadino. Ci sono stati vari interventi di cittadini e associazioni, e al Consiglio comunale erano presenti molti amministratori del comprensorio.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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