domenica 3 gennaio 2016
Una passeggiata nel meraviglioso mondo del Bosco Pantano
POLICORO – Non solo mare nella stagione estiva in riva allo Jonio con temperature elevate in questa seconda metà del mese. Il turismo nostrano mostra anche un’altra faccia: è quella ambientale del Bosco Pantano e annessa oasi Wwf che in questi giorni vede la presenza di giovani provenienti da varie zone d’Italia nel centro visite/didattico. Così in sella alla mountain bike fornita dallo stesso gestore Antonio Colucci e dalla sua struttura di via Mascagni (località Idrovora), si può visitare la foresta che per la sua posizione a ridosso del mar Jonio è unica. A guidare la carovana dei turisti c’è Giusy, un’esperta del settore, che prima di pedalare invita i ragazzi (e adulti) a fare attenzione al terreno sconnesso perché si può cadere facilmente. I ragazzi la seguono, non solo in sella alla bike, ma anche nelle indicazioni come se fosse una loro maestra. Così ci si incammina sulla strada principale per poi entrare nel bosco. Dietro è rimasto un bambino che non ha molta dimestichezza con la bici, ma ci pensa Domenico, il secondo educatore, a dargli manforte. Ecco la prima sosta sul canale di fronte l’Idrovora che pompava acqua negli anni della bonifica del territorio (1950) dove imperversava la malaria e la zona era infestata di zanzare. La riforma ha disboscato la foresta riducendone l’estensione e di quella che ne è rimasta è zona protetta da legge regionale: nemmeno un chiodo si può mettere. L’itinerario è spettacolare con il frassino che guarda tutti dall’alto verso il basso. Man mano che si entra la vegetazione si fa sempre più fitta e alcuni ragazzi ne approfittano per assaggiare le more. Il sentiero di accesso all’oasi è così stretto che bisogna parcheggiare il velocipede, procedere a piedi e fare attenzione alle spine. Qualcuno spera di vedere un capriolo o un cinghiale, ma Giusy spiega loro che gli animali presenti nell’oasi sono talmente sensibili al rumore dell’uomo che appena si muove foglia scappano via. Allora la domanda dei giovani turisti sorge spontanea: “ma come si fa e vedere se ci sono animali?”. La replica di Giusy è telegrafica: “Ci sono delle trappole con fotocellule disseminate nella foresta”. Ok chiarito l’arcano si procede ritornando alla bike con la vegetazione che sembra incantare l’occhio umano, con l’ontano, e che avrebbe incantato anche il brigante Carmine Crocco e la sua banda in chiave antisabauda negli anni dell’unità d’Italia, quando per fuggire delle milizie reali i banditi/briganti si rifugiavano nelle foreste e si cibavano di tutto forchè animali: perché lo sparo per ucciderli avrebbe attirato l’attenzione delle guardie, come spiega Giusy. I ragazzi ascoltano tra il serio e il faceto e dopo la loro passeggiata continua costeggiando un secondo canale interno dove si vede un airone morto, segno che la foresta è viva. Incrociano anche due turisti che la percorrono a piedi per ammirarne la fauna e la flora in un’altra ottica: mistica. All’imbrunire Giusy ordina il dietro front per evitare incontri di terzo tipo con animali che nella notte escono in cerca di prede (tipo i cinghiali donna), ma con il sentiero che porta con naturalezza alla duna sabbiosa e dunque in riva al mare Jonio e poco più a Sud alla foce del fiume Sinni. Ma questa è una seconda tappa del tour: senza sovrapposizioni con il mare. Quella è un’altra risorsa…
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Caro Luciano, la riserva Bosco pantano di Policoro è visitabile a piedi lungo i sentieri predisposti. Le biciclette sono equiparate ai veicoli secondo il codice della strada, ed il transito delle biciclette è vietato nella riserva dal regolamento provinciale che sanziona chi lo fa. Se veramente amate la natura e volete tutelarla, dovete rispettare il regolamento provinciale. Cordialmente.
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