La costituente civica Forza
Policoro, invita gli amministratori locali di Policoro ad abbassare i toni del
tutto inappropriati, riservandoli, se vogliono, alla prossima campagna
elettorale, e chiede loro di confrontarsi sui dati reali del Regolamento
Urbanistico senza alcuna
mistificazione.
Già in passato – commenta
Domenico BIANCO ex assessore della
cittadina jonica – insieme ad altri amministratori facemmo delle osservazioni
allo stesso Regolamento affinché venissero salvaguardati i diritti acquisiti dei
contribuenti che, per anni, hanno pagato le tasse in questa città per tutti i
terreni resi edificabili dal PRG del 1999.
Quelle osservazioni non sono mai
state “bocciate” come qualcuno vuol far credere bensì non essendo attinenti
all’aspetto ambientale sono demandate ai nuovi “obiettivi politici”(comparati
daiProgettisti nelle loro Relazioni) di scelte urbanistiche discrezionali del
Consiglio Comunale e per questo le riproporremo perché, almeno per Noi, non è
importante pensare al medagliere amministrativo ma la priorità è l’interesse dei
cittadini!
Anzitutto chiariamo che definire
“Villettopoli” e “anonima” la “città giardino” pianificata in passato
dell’Architetto Restucci, già componente nel Consiglio Direttivo dell'ICOMOS-UNESCO per
la tutela del patrimonio mondiale nel settore dei monumenti e dell'ambiente e
nominato nel comitato internazionale per lo studio ed il restauro della Basilica
di Sant'Antonio a Padova
nonché Presidente dell'Accademia
delle belle arti di Venezia,
sminuisce il ruolo dall’esimio Professore edei seri ed altrettanto capaci
professionisti locali che, conoscendo il territorio, con grande libertà ne hanno
disegnato nel tempo l’evoluzione architettonica oltre che paesaggistica.
Stravolgere la “città giardino”
quale forma ideale di sviluppo di una “città marinara” come Policoro per
affliggerla con concentrati di volumetrie, 9 torri da 12 piani ognuna, e grandi
condomini destinati esclusivamente all’edilizia residenziale e popolare,
contravviene a qualsiasi logica di espansione e non è affatto giustificata dalla
lenta di crescita demografica degli ultimi anni.
Il ritorno al passato, descritto
dal Vicesindaco e Assessore ai LL.PP. avv. E. Bianco,teso a prevedere sagome
precostituite e puntuali localizzazioni di edificidi uso prettamente abitativo,
sacrificando il definito “bubbone” del 90% in meno dei volumi destinati al terziario (–450.000 mc.),assieme
a quelli previsti nei singoli comparti, dimostra la scelta politica di volere
per Policoro solo e soltanto abitazioni che alimenteranno “quartieri dormitori”
per di più distanti tra loro perché circondati da enormi polmoni di verde di cui
Policoro non dispone neanche di un modello di gestione comunale.
Così si alimentano speculazioni
edilizie di poche imprese con disponibilità economiche a danno di quelle locali
e piccoli risparmiatori.
Tale criticità sarà maggiormente
amplificata dalla previsione del +30% (+ mc.152.198, oltre 500 alloggi) in più
di edilizia abitativa determinata,seppure marginalmente, anche dall’aver
aggiunto altri 8,56 ettari (prima agricoli) del Comparto C.3/10 per
mc.84.413 e per aver perequato anche dei
volumi all’area “R” su via Puglia in Ambito 1 ,a discapito delle confinanti proprietà.
Si abbandona anche l’idea di
creare un area periurbana a ridosso della SS.106 ionica quale invito alla Città
per far posto al “corridoio ambientale”
ed al Verde Urbano (ex VR 1/2 e B.6/1), prevedendo la cessione di oltre
14 ettari al Comune in spregio alle preesistenze e con sicuri aumenti dei costi
di gestione e manutenzione pubblica.
L’equità sociale scelta dalla
maggioranza che ha adottato il R.U. di ridurre la volumetria privata di tutti i
comparti del -35% (B6.1, ex D12/4a, ex D.12/4b, ex D.12/5, C.3/2 e C.3/3 ) del -50% (Ambito 1 e 2, ex C.1/9, ex
D.5, ) e del -70% (ex D2/2 e D2/3) certo
non ristora gli stessi proprietari di averci pagato le tasse per oltre 17 anni!
Cosa né pensano gli attuali amministratori se, al contrario, fossero i cittadini
proprietari a chiedere loro di restituire oggi, dopo averci pagato le tasse, il
30% dello stipendio (pubblico/privato) percepito negli ultimi diciassette anni
per non aver fatto ciò che avevano promesso?
Così come la scelta di non
difendere lo spoglio delle aree turistiche alberghiere D7, D8 e D9 in località
mare, quale scelta futura di sviluppo turistico lascia in eredità ai policoresi?
Ed ancora, si è fatta una seria
valutazione sull’area industriale, mai partita fino ad oggi, andando ora oltre i
10 anni di pianificazione?
Chi mai realizzerà, se non a
spese dei cittadini, l’ambiziosa dorsale meridionale considerata la mole ed il
suo presumibile esoso costo di realizzo?
Troverà soluzioni condivise dai
proprietari il complicato meccanismo di perequazione concentrata?
Tanti ancora i dubbi che lascia
la proposta adottata e ci chiediamo: E’ pronta Policoro per una scelta orientata
come nel R.U.?
Domenico
Bianco.
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