POLICORO – Il freddo
gelido delle scorse ore che ha avvolto la regione non ha risparmiato nemmeno la
costa jonica, l’angolo della Lucania dove le temperature anche in inverno sono
semi primaverili, tanto che la colonnina di mercurio si è fermata allo 0 gradi
in alcune ore delle sere scorse creando seri disagi a tutti i cittadini e
categorie produttive. In particolar modo il settore più penalizzato sembra
essere proprio quello agricolo, comparto trainante del Metapontino. Infatti il
presidente di zona della Coldiretti, sindacato che annovera la maggior parte
degli iscritti, Enzo Padula, ci spiega: “La neve del 6 cui è seguito un forte
vento ha creato delle gelate nelle aziende agricole della zona distruggendo il
lavoro dei tanti colleghi che dovevano iniziare a raccogliere i frutti dei loro
investimenti e sacrifici economici e umani. Le ortive (carfiofi, finocchi,
ecc.) ad esempio sono andate perse per quest’anno nel senso che non potranno
più essere raccolte nemmeno in un secondo momento, date le caratteristiche di
queste produzioni agricole. Dunque la produzione per il 2017 è già finita
ancora prima della raccolta. Ma non solo. Oltre alle ortive gli agrumi hanno,
purtroppo, fatto la stessa fine in quanto la gelata ha danneggiato
definitivamente la raccolta di arance, limoni e colture simili non potendo
recuperare nemmeno quanto le condizioni meteo lo consentiranno. Infatti sia le
ortive che gli agrumi –continua Padula- sono colture diverse dalle altre in
quanto hanno una fioritura particolare; pertanto una volta che la calamità come
quella di queste ore arriva distrugge il frutto presente sugli alberi o
comunque nei campi. Chi ha raccolto prima si è salvato, però la maggior parte
dei miei colleghi si trova, ahimè, penalizzato. Ecco dunque che le produzioni
di cui sopra non ci saranno nei mercati agricoli nazionali dove si facevano
apprezzare per la loro genuinità e il mancato ricavo da parte degli
imprenditori creerà problemi economici per gli investimenti futuri. Leggermente
diversa è invece la situazione per la fragola, frutto tipico di questa zona con
i suoi 900 ettari di superficie coltivabile. Il danno anche qui è notevole
poiché la prima fioritura è andata persa, causa sempre la gelata, e quindi le
primizie non potranno più essere vendute. E si sa che, soprattutto in
agricoltura, si guadagna quando si arriva prima sul mercato. Però quantomeno
chi ha piantato fragole può ‘recuperare’ qualcosa con la seconda fioritura,
tempo permettendo sempre, ma, ammesso che nei prossimi giorni il tempo migliori,
bisognerà poi aspettare dai 20 ai 30 giorni dopo la seconda fioritura prima di
poter raccogliere e vendere. Questo comporta uno slittamento dell’arrivo della
fragola che in termini di prezzo non ci rende competitivi con altri Paesi che
non hanno avuto la calamità, e comunque di per sé la concorrenza anche in
condizioni climatiche regolari è difficile da reggere per problemi strutturali
che il settore ha. Insomma piove sul bagnato. Nei prossimi giorni –conclude
Padula- cercheremo di fare una stima dei danni e poi vedremo le iniziative che
metteremo in campo per salvare il salvabile e garantire livelli minimi di
occupazione”.
Fonte
Il Quotidiano del Sud
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